"O le si dà una svolta o la partecipata non ha futuro", parole pronunciate dal sindaco, Valerio Vesprini, ieri in occasione della presentazione del nuovo direttore della San Giorgio distribuzione, dottor Piero Mognaschi, in sostituzione del dottor Marco Ceccarani. Come in genere avviene in un cambio di gestione, il successore ripete come un mantra che eredita solo danni da sanare. E giù le cahiers doléance, l’elenco delle rimostranze cioè prospettato dal primo cittadino: "La società ha una spesa di personale troppo elevata; l’anno scorso ha aumentato la Tari del 3%; a settembre accusava un bilancio in perdita di 100.000 euro; ad oggi ha circa 1.300.000 euro di debiti verso i fornitori, tra cui lo stesso Comune. In ogni modo la volontà dell’amministrazione è di investire su questa partecipata per far sì che sia il braccio operativo dell’amministrazione".
Il piatto al neo direttore Mognaschi è bello che apparecchiato. Per la sua nomina sono stati necessari due bandi: il primo non è andato deserto ma tutti i candidati non avevano i requisiti richiesti, lo stesso bando è stato riproposto ed ha vinto Piero Mognaschi, che è stato nominato il giorno stesso in cui si è verificato l’incendio all’autoparco che per la San Giorgio ha comportato danni ingenti". Il neo direttore si presenta: "Ho 57 anni, 33 dei quali spesi nella gestione delle multiutility, approdato a Porto San Giorgio da Pavia, vincendo il concorso".
Non è l’ultimo arrivato e probabilmente con esperienza di gestioni anche più complesse, tanto da fargli dire: "Mi sento di poter affrontare questa sfida anche se non nascondo che la situazione di questa società è complessa: al 31 dicembre c’erano 1.200.000 di debiti pregressi e la società non dispone ci entrate sufficienti per coprire i servizi svolti. Oltre a questo si è verificato l’incendio che ha aggravato la situazione con la perdita di tre mezzi e danni sui 500.000 euro che peseranno sul bilancio 2023".
Questo in sintesi il suo programma: in primo luogo la società dovrà investire per acquistare i nuovi mezzi, poi in merito ai servizi svolti: per l’igiene ambientale le entrate non sono sufficienti a coprire i costi operativi ed i flussi finanziari a coprire gli investimenti fatti; per il gas bisognerà fare investimenti sulla rete di distribuzione; per il servizio mensa c’è da riorganizzarlo perché si preparano 100.000 pasti all’anno e l’utile non c’è. La farmacia funziona. Bisognerà informatizzare l’attività e dotarsi di un protocollo. La chiosa è della presidente Gabriella Caliandro: "La situazione è preoccupante io non ne ho fatto mai mistero. Ritengo tuttavia che bisogna credere ed investire su questa società rendendola parte integrante dell’amministrazion".
Silvio Sebastiani