La rabbia dei sindacati "Non ci sono risorse per la sanità pubblica E i privati ringraziano"

La Regione sottolinea i vincoli di spesa che frenano nuovi assunzioni e servizi

La rabbia dei sindacati  "Non ci sono risorse   per la sanità pubblica   E i privati ringraziano"

La rabbia dei sindacati "Non ci sono risorse per la sanità pubblica E i privati ringraziano"

Sulla sanità fermana servono maggiori garanzie di quelle che sono arrivate dalla Regione alla conferenza dei sindaci. A dirlo i sindacati che il giorno dopo sottolineano gli aspetti più significativi dell’incontro a Fermo di mercoledì scorso. Per la Cgil quello che è mancato è stata "una visione di una sanità pubblica sistemica ed efficiente, non vi è alcun impegno immediato a riequilibrare una situazione distorta che continua a colpire il nostro territorio, il quale anzi, nelle preoccupazioni della Giunta regionale, non sembra avere la stessa importanza rispetto al problema delle fughe dei pesaresi verso la sanità della vicina Emilia Romagna". Si parla di risorse ma anche della necessità di confrontarsi con i vincoli della finanza pubblica, dunque i sindacati si chiedono come pensi "la giunta Acquaroli, di garantire, oggi, stante la situazione precaria e non più sostenibile, il diritto alla salute nel territorio fermano, senza operare quel riequilibrio di risorse, umane ed economiche, drammaticamente necessario vista una disparità imbarazzante rispetto al resto della regione. Secondo l’assessore Saltamartini, ogni provincia dovrà riuscire a garantire l’erogazione delle necessarie prestazioni all’interno dei propri confini. Vuol dire forse che Fermo disporrà al più presto dell’Emodinamica, almeno questa l’assessore l’ha promessa, e ne terremo conto, o dei medici e operatori necessari per garantire le stesse prestazioni assicurate nel resto della regione, oltre che una gestione del servizio in linea con quanto stabilito dalle normative? Vuol dire che disporremo del personale necessario a far funzionare tutte le strutture del territorio, comprese quelle di prossima apertura, come gli ospedali di Fermo ed Amandola, anche nel periodo estivo? O significa piuttosto, come pare, che ciò che non riuscirà a garantire il sistema pubblico, finirà per essere caricato sulle spalle della sanità privata, adeguatamente remunerata per tale servizio?". Secondo il segretario generale Alessandro De Grazia e Michele Egidi, della Fp Cgil, è tempo che il territorio si unisca e coinvolga i cittadini in una battaglia di tutti.

Dello stesso tono il commento della Cisl Fp, con Giuseppe Donati che sottolinea: "Sulle risorse per il personale l’assessore ha chiaramente affermato che non è la Regione che non vuole assumere il personale ma che non può. Ci sono infatti limiti invalicabili per gli enti e le aziende della pubblica amministrazione che non permettono di superare la spesa per il personale del 2004 ridotta del 1,4 per cento con correttivi apportati dalla Legge Madia. Le Marche sono già vicinissime al tetto massimo. Da ciò quindi, è chiaro che non si possono fare promesse demagogiche su nuove risorse per il personale. Al momento è impensabile rinunciare a coloro che sono stati assunti a tempo determinato nel corso degli anni di pandemia. Saranno quindi rinnovati i contratti in scadenza a fine aprile ma la spesa che comporterà i rinnovi farà arrivare le Marche al tetto di spesa massima nel 2023. Da qui, il fatto che non potranno esserci altre assunzioni almeno in numeri significativi. La sensazione è che purtroppo anche stavolta, la sanità fermana non otterrà nulla di aggiuntivo per recuperare il gap storico esistente. Va detto ai cittadini fermani la verità anche su Emodinamica. Il nuovo servizio che ad inizio maggio partirà, non potrà sopperire interamente alla necessità di fronteggiare una patologia ‘tempo dipendente’ come l’infarto. Infatti, Emodinamica che aprirà a Fermo, funzionerà solo due volte la settimana per pazienti programmati o già ricoverati, questo perché non saranno i cardiologi di Fermo a gestirla ma l’equipe dell’Inrca di Ancona. Un’amara conferma".