La sindaca Canigola: pronti a sostenere questa famiglia, non vi abbandoneremo

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Quando il dolore e le emozioni superano il vincolo che divide le istituzioni ci si trova a parlare come tra persone care. Proprio questo è accaduto ieri mattina nelle chiesa di San Michele Arcangelo. Tante le istituzioni presenti: il prefetto Vincenza Filippi, il questore Rosa Romano, i sindaci di Monte Urano Moira Canigola e Serra de’ Conti Letizia Perticardi, il comandante provinciale dei carabinieri Gino Domenico Troiani, il presidente regionale dell’Anmil Marcello Luciani, (anche il dirigente regionale dell’Usr Marco Ugo Filisetti mercoledì aveva fatto visita alla camera ardente) oltre ai compagni di classe della scuola professionale, gli alunni della scuola media del paese dove studia il fratello più piccolo di Giuseppe, i compagni della squadra di calcio del Monturano-Campiglione e tanti giovani. Al termine della funzione, sono arrivare le commoventi testimonianze. "È difficile in questo momento essere la sindaca di questa comunità – dice la Canigola -. Giuseppe stava formando la sua vita per esercitare un mestiere dove il saper fare va a braccetto con il saper pensare. In questi tragiche circostanze si pensa a quanto è accaduto, di chi sono le responsabilità, ma questo è il momento del dolore. L’amministrazione e la cittadinanza non abbandonerà la famiglia Lenoci e la sosterrà in ogni difficoltà". "Questa disgrazia ha colpito anche il nostro comune – spiega la Perticaroli – perché nessuno passerà più in via Fornace senza rivolgere un pensiero alla giovane vita spezzata di Giuseppe. Non lo abbiamo conosciuto, ma Giuseppe è divenuto anche il figlio della nostra comunità. Vi assicuriamo che il vostro dolore è anche il nostro". A cui si sono aggiunte le parole di Agostino Liberini, presidente della Monturano-Campiglione: "Due sole assenze agli allenamenti sempre giustificate. Nella sua ultima partita ci viene assegnato un rigore. Il mister gli grida di tirarlo, ma lui fa un passo indietro per farlo tirare a un compagno. Giuseppe era così, uno che pensava sempre agli altri".

Alessio Carassai