L’Adao riapre le porte per il nuovo anno

Loris Salvalaggio accoglierà i futuri studenti nel suo dojo con una dimostrazione di ciò che lo spirito giapponese rappresenta

L’Adao riapre le porte per il nuovo anno

Loris Salvalaggio accoglierà i futuri studenti nel suo dojo con una dimostrazione di ciò che lo spirito giapponese rappresenta

Il Fermano ospita da 31 anni un angolo di vero spirito giapponese, si tratta dell’Adao (Accademia di arti orientali ndr.) di Piane di Montegiorgio, un dojo che incarna la vita stessa delle arti marziali tradizionali, ma soprattutto cura l’identità culturale di varie discipline nella loro forma più pura. Il maestro Loris Salvalaggio, settimo Dan di Jujutsu Zen fondatore dell’Adao, si prepara ad inaugurare il nuovo anno accademico 2024-2025. La cerimonia di inaugurazione si terrà domani, 28 settembre, alle 21 nella sede dell’Adao a Piane di Montegiorgio in via Faleriense Est 26. Fra le altre cose l’Adao organizza da 17 anni l’evento ‘Montegiorgio in Kimono’, una manifestazione che si articola nell’arco dell’anno con numerose iniziative anche con ospiti internazionali, ma soprattutto offre l’occasione di respirare lo spirito tradizionale giapponese. Non è un caso che in questo progetto l’Adao si avvalga del patrocinio dell’Ambasciata del Giappone in Italia.

"L’arte marziale tradizionale – spiega il maestro Loris Salvalaggio – è paragonabile a un iceberg dove la parte evidente è soltanto una piccola parte della realtà. Prendiamo ad esempio il Tai Chi zen do; tramite lo studio dei cinque elementi e dell’attenta osservazione, ci si avvia alla comprensione dell’energia di ogni essere vivente. Ma cosa vuol dire in parole semplici? Significa comprendere i meandri di ogni persona, le capacità emotive, fisiche e mentali. Come per lo studio del taoismo e dell’agopuntura, ci si trova a possedere gli strumenti che ci permettono di mettere a nudo ogni personalità e capacità umana. Le parole possono vestire ogni maschera e falsità, ma l’energia che compone ogni piccolo elemento della vita umana ha una sola e ineluttabile direzione".

Un approccio che il maestro ritiene indispensabile per capire le arti marziali. "Cosa si nasconde dietro l’arte marziale da combattimento – continua Salvalaggio –. Cos’è che si attiva in un combattente: allenamento, conoscenza tecnica, adrenalina? No. Ancora una volta la risposta sta nell’energia che tiene in vita il nostro corpo. Ogni azione è generata da un’intenzione e questa diventa il motore della nostra vita. Evitare una scottatura, uno schianto sono espressioni di velocità non controllata dalla nostra mente, piccoli poteri che non sappiamo controllare. Questi fenomeni si annidano in una parte del nostro cervello che è strettamente connesso con l’energia che ci rende vivi. Questa capacità non è buona o cattiva, ma semplicemente uno strumento che possiamo decidere come utilizzare. Non ha senso allenare all’infinito il corpo senza considerare che il suo motore deve generare l’intenzione giusta. L’energia non è casualità ma è studio attento, soltanto questo alla fine sarà buio o luce, vita o morte. Non ci si può nascondere dietro a costruzioni mentali, la verità è una, la via è difficile ma la sola percorribile. Dietro le stupende movenze del Tai Chi zen do si nasconde un motore stupendo al nostro servizio. Dietro l’arte marziale lo stesso motore può rendere superfluo il combattimento stesso e arrivare all’inimmaginabile, ovvero al pugno mai tirato, mai pensato eppure potente come una grande esplosione".

Alessio Carassai