"Le intercettazioni? Fondamentali La parte debole è la vittima del reato"

Il nuovo procuratore generale Rossi: "Certa diffusione mediatica del contenuto è inciviltà giuridica ma dello strumento non possiamo farne a meno". Il presidente della Corte d’Appello ricorda i morti dell’alluvione

Il nuovo anno giudiziario delle Marche è iniziato nel segno del ricordo delle vittime dell’alluvione di Senigallia, ma anche dell’auspicio che le indagini giungano presto a una conclusione. "Un pensiero commosso alle famiglie delle vittime, di cui una ancora tragicamente dispersa" ha detto il presidente della Corte d’appello di Ancona Luigi Catelli. Il magistrato, "sospeso necessariamente il giudizio, per il rispetto delle indagini in corso, su quanto accaduto prima e durante i fruttuosi accertamenti", ha espresso a nome di tutti "un sentimento di calorosa gratitudine ai generosi e instancabili professionisti del soccorso e dell’emergenza".

Tutti questi operatori e volontari "hanno dimostrato - ha sottolineato Catelli -, nella drammatica concitazione degli eventi, che lo Stato esiste ed è capace di fare in ogni frangente il suo dovere". "Ora - ha proseguito il presidente della Corte d’appello di Ancona - coincidente con il compito degli organi inquirenti di fare presto, con scrupolo e professionalità, tutto ciò che è necessario per accertare le cause e le eventuali responsabilità di quanto successo". Alla cerimonia, in un’affollata Aula 1 "Mario Amato" al quinto piano del Palazzo di Giustizia ad Ancona, è stato eseguito come di consueto l’Inno di Mameli e molti dei presenti lo hanno cantato. Tra le altre autorità, anche il nuovo procuratore generale Roberto Rossi, la procuratrice di Ancona Monica Garulli, il presidente della Regione Francesco Acquaroli, il presidente del Consiglio regionale Dino Latini, il neo presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Ancona Gianni Marasca. Il presidente Catelli ha ricordato anche due magistrati deceduti lo scorso anno e che per anni hanno dato "lustro e prestigio" alla magistratura delle Marche: Pino Fanuli e Francesca Ercolini. Poi si è toccato uno dei tasti più delicati del pianeta giustizia: "Le intercettazioni telefoniche costituiscono un mezzo di prova fondamentale per individuare autori di reati, non solo per reati di terrorismo o di mafia" ha detto il neo procuratore generale della Corte d’appello di Ancona Roberto Rossi: "La diffusione mediatica del contenuto di intercettazioni telefoniche, - ha premesso il magistrato -, tanto più se riferite a persone che non sono soggetti neppure del procedimento penale, è un dato di inciviltà giuridica e si pone in contrasto con norme costituzionali". "Detto questo, - ha aggiunto - non posso non rilevare che le stesse intercettazioni telefoniche costituiscano un mezzo di prova fondamentale per individuare autori di reati, non solo per reati di terrorismo o di mafia". "Chiunque di noi - ha detto ancora Rossi - può fornire testimonianza che autori di gravi reati, dalla violenza sessuale alle rapine alle estorsioni e traffico di droga, sono stati individuati grazie a indizi delle intercettazioni telefoniche". "Mi sento quindi di esprimere l’auspicio che, chi interviene con modifiche in vari ambiti, tenga presente che di regola la parte più debole nel processo penale è la vittima del reato - ha sottolineato - alle cui legittime aspettative di giustizia occorre corrispondere in maniera prioritaria; a queste legittime aspettative di giustizia si corrisponde anche fornendo alla polizia giudiziaria e alla magistratura - ha concluso - strumenti investigativi che, nell’ineludibile rispetto delle garanzie difensive, abbiano il carattere dell’idoneità e dell’efficacia per individuare gli autori di reato".