"Le tragedie non ci hanno insegnato nulla"

Mezzanotte, sindaco di Sant’Elpidio a Mare, durante l’alluvione del 2011 è finito sotto processo ed è stato assolto: sentenza lungimirante

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di Marisa Colibazzi

Processato per omicidio colposo plurimo perché come sindaco e come capo della Protezione Civile Comunale, avrebbe dovuto essere sul posto alle tre di notte a mettere una transenna per evitare il transito delle auto in una via letteralmente scomparsa sotto una eccezionale e imprevedibile piena di acqua e fango, poi assolto in primo grado, condannato in Appello, Alessandro Mezzanotte, ex primo cittadino di Sant’Elpidio a Mare, è stato assolto in Cassazione per non aver commesso il fatto. Con che stato d’animo segue i drammatici fatti legati al maltempo nell’anconetano e nel pesarese, Mezzanotte, sindaco nel 2011 quando un nubifragio provocò la spaventosa esondazione dell’Ete Morto all’altezza del ponte di Casette d’Ete, e portò alla morte di Valentina Alleri (20 anni) e Giuseppe Santacroce (51 anni)?

"Seguo quanto sta accadendo con angoscia. Non c’è momento della mia vita in cui non penso ai giorni drammatici del 2011. Un’esperienza drammatica il cui ricordo è ancora lì, indelebile. Ero stato allertato 24 ore prima e avevo tutto il territorio monitorato. Avevo 3 fiumi da monitorare e un evento improvviso sul versante di Casette d’Ete. Sono eventi davvero improvvisi. Si possono prevedere, ma non si può sapere l’intensità con cui si possono verificare. Ed è indelebile tutto quello che ho passato dopo: le indagini e un processo lungo otto anni. Sono vicino ai sindaci e mi metto nei loro panni".

Crede che la sua esperienza giudiziaria sia servita?

"Guardando quanto sta accadendo, direi di no. Nella sentenza della mia assoluzione, c’erano indicazioni chiare che, se qualcuno gli avesse dato seguito, e non mi riferisco ai sindaci, forse non ci troveremmo di nuovo davanti a scene strazianti come quelle vissute a Casette d’Ete undici anni fa".

Cosa dice la sentenza?

"Contiene motivazioni lungimiranti. È stata scritta 10 anni prima per un evento come quello di oggi, facendo riferimento al cambiamento del clima a livello globale e locale, a temi di cui si parla tanto adesso, a eventi climatici improvvisi che si verificano perché l’ecosistema è cambiato, ai corsi d’acqua devono essere adeguati per prevenire questi eventi, al fatto che occorrono vasche di laminazione e che non si può più costruire nelle adiacenze dei fiumi. Non è stato fatto nulla".

Che altro?

"Quel provvedimento ha assolto me, ma indica responsabilità oggettive che non si possono attribuire a un sindaco, quanto alla politica ‘alta’, quella che predica continuamente che bisogna tutelare i territori e che non ha fatto nulla. Nella sentenza si chiede: ‘Si poteva fare di più?’ Certo. ‘Chi doveva farlo?’ La politica, gli enti preposti, Provincia, Regione, Stato. Si sono spesi soldi per emergenze come la sanità e il caro energia. Il dissesto idrogeologico è una emergenza ma non si riesce a capirlo. E in 10 anni, non si è fatto nulla. Neanche la lezione di Senigallia del 2014 è servita. Adesso, si parlerà di emergenza per dieci giorni, fino ai funerali di queste povere vittime, poi si dimentica tutto. Fino al prossimo dramma. E chi ci passa i guai è il sindaco. Ma da solo e con pochi mezzi, che può fare in un territorio compromesso da politiche che lo rendono fragile e indifeso?".