
Le opposizioni: "Il modello Calcinaro a destra, forse per aiutare Acquaroli?"
Cambia la geografia politica, cambiano gli scenari, il percorso civico che ha portato all’esperienza dell’amministrazione Calcinaro si avvia a tramontare. Un passaggio inevitabile, quando si avvicinano le elezioni regionali per cui la formula civica non funzione, è il tempo dei chiarimenti e alla fine volano gli stracci. La mozione de La città che vogliamo sulla piena applicazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza, nemmeno votata per abbandono dell’aula da parte della maggioranza, fa scatenare le opposizioni che parlano della fine di un ciclo, come sottolinea il Pd: "Certe fasi politiche finiscono non con un colpo di scena, ma con una sottrazione, con una mancanza. Con un silenzio strategico che, anziché celare l’indecisione, rivela una scelta netta. L’uscita dalla maggioranza della lista è la crepa definitiva nel castello di vetro del civismo locale, che per anni ha tenuto assieme anime eterogenee sotto la guida accentratrice del sindaco". Il Pd ha dato il sostegno convinto alla mozione, insieme con i 5 Stelle con il capogruppo Stefano Fortuna, fino a Fermo Capoluogo con Andrea Morroni e il capogruppo Renzo Interlenghi, già candidato sindaco della coalizione Fermo Futura, e l’adesione delle liste Fermo Coraggiosa e Agire Locale: "Credevamo ci fosse le condizioni per una discussione alta, finalmente centrata su un tema di civiltà e giustizia sociale. Ma la risposta è stata il vuoto. Un’assenza non casuale ma calcolata, come lo è ogni sottrazione deliberata di responsabilità. In quel voto mancato, si è palesato l’esaurirsi del modello calcinariano, che per due mandati ha retto su una miscela di accentramento decisionale e post-ideologia amministrativa. Un civismo che ha saputo parlare a molti, perché si è sempre guardato bene dal dire chiaramente da che parte stesse. Ora che il sindaco non è più rieleggibile, quella fragile alchimia va in frantumi. Le identità tornano a galla, i distinguo si fanno insanabili e la direzione presa – sebbene mai ufficializzata – appare sempre più chiaramente orientata a destra, forse anche in vista di sostegno ad Acquaroli?" Al Pd fa eco Renzo Interlenghi: "Se il 2015 è stato l’anno zero dell’era Calcinaro, il 15 maggio 2025 ne sancisce la fine. Sono emerse tutte le contraddizioni di una maggioranza civica e cinica, un minestrone fatto di idealità, culture, visioni diverse che, alla lunga, il sindaco non è riuscito a contenere. Sul corpo delle donne tutti si sentono legittimati ad interpretare le norme, forzandone i contenuti, pur di impedire una piena e concreta attuazione della L. 194 in spregio al più elementare diritto alla salute e all’autodeterminazione. Deprechiamo coloro che per mero calcolo di convenienza politica, hanno preferito far fare brutta figura alla città prima che al proprio Sindaco il quale, credo, avrebbe preferito che l’aula si esprimesse. Al prossimo consiglio torneremo alla carica, sempre che questa Giunta non cada prima", conclude Interlenghi.
Angelica Malvatani