
La conferenza de ’La città che vogliamo’ (. Foto Zeppilli
Quando una storia finisce resta l’amarezza, qualche rimpianto, e la voglia di ricominciare. Vale anche in politica, il gruppo consiliare La città che vogliamo, dopo la rottura col sindaco e col resto della maggioranza, convoca una conferenza stampa perché, spiega il capogruppo Nicola Pascucci, certe cose non possono essere spiegate sui social e nel breve spazio di un post: "La nostra uscita dalla maggioranza è dovuta ad un fatto grave. La maggioranza ha fatto mancare il numero legale e ha affossato una mozione con otto firmatari della stessa maggioranza. Sembra un gioco di parole ma è quello che è accaduto. Il gruppo civico che sostenere l’esperienza amministrativa di Calcinaro, di colori e sensibilità diverse, di fatto non esiste più. C’è una una parte di centro destra della maggioranza che ha tramato e ha reso noi parte lesa, insieme con i cittadini tutti, non solo i 3 mila che ci hanno scelto". Pascucci ribadisce che il progetto civico multicolore non c’è più, è diventato di centrodestra, con l’appoggio di Fratelli d’Italia: "Oggi il sindaco dice che noi avevamo un calcolo politico, noi abbiamo retto il lavoro dell’amministrazione con senso di responsabilità, in pieno volontariato, senza nessun disegno partitico, per anni". Il malessere però arriva da lontano, Manolo Bagalini spiega che "chi ha deciso di affossare la mozione è chiaro, si tratta del consigliere Alessandro Bargoni con assessori vicini a lui, Mariantonietta Di Felice su tutti. Del resto, chi conosce il sindaco sa che non avrebbe mai fatto mancare il numero legale se gli interessavano le cose da discutere. Era una questione delicata, ma al centro c’è sempre l’io di questo sindaco, doveva dirci che c’erano dei problemi. Ci si dice che siamo usciti in vista delle regionali, il sindaco vorrà candidarsi a sostegno di Acquaroli ma la città lo deve sapere, la crisi è stata decretata il 15 maggio con l’ok del sindaco".
Il problema si era già presentato in occasione delle elezioni di secondo livello in Provincia, con Manolo Bagalini che per volontà del sindaco è finito in una lista di centro destra "senza che io sapessi nulla, sui nostri valori non possiamo soprassedere, oggi il vaso è colmo, abbiamo dato tante possibilità, abbiamo un elettorato a cui dobbiamo fare riferimento". Savino Febi parla di segnali che si vedevano da tempo: "Cercavamo di stimolare la maggioranza a rivedere il progetto civico in essere da 10 anni. Ho invitato la maggioranza ad una nuova condivisione e un nuovo slancio per il futuro. abbiamo lavorato sull’ex conceria, sulla variante di Campiglione, su tante cose che erano da sostenere convintamente. Prendiamo atto di questa nuova situazione, la nostra visione era diversa. La politica dal ‘94 in poi è una questione personale".
Angelica Malvatani