L’esempio di Gino Strada e della sua Emergency Il diritto alle cure appartiene a tutti

Gino Strada, il medico combattente per la pace In questi giorni ci ritroviamo ad essere preoccupati per la pandemia ma soprattutto per il destino di tante persone che in Ucraina sono piombate nell’inferno fatto di bombe e morte. Cosa avrebbe detto Gino Strada di fronte ad un nuovo conflitto? Sicuramente ci avrebbe ripetuto: "Credo che la guerra sia una cosa che rappresenta la più grande vergogna dell’umanità. E penso che il cervello umano debba svilupparsi al punto da rifiutare questo strumento sempre e comunque in quanto strumento disumano". Questa è una delle tante frasi che ha pronunciato Gino Strada, conosciuto non solo per essere un chirurgo di guerra ma anche un uomo che si è da sempre schierato contro la guerra scatenata per un qualsiasi pretesto. Ripeteva sempre: "Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile e non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri". Nella sua vita non si è limitato a sostenere discorsi e a pronunciare frasi contro la guerra, l’ha combattuta e l’avrebbe combattuta ancora oggi, tramite Emergency: l’organizzazione umanitaria che dal 1994 offre prestazione medico-chirurgiche di qualità alle vittime della guerra. Le sue parole risuonano ancora come un monito, secondo lui il diritto alla cura deve appartenere a tutti gli uomini del mondo altrimenti diventa privilegio. Infatti, anche nelle zone agricole del sud del nostro Paese i volontari, i medici e gli infermieri con ambulatori mobili offrono assistenza ai tanti migranti impegnati nei campi. Nonostante la scomparsa del suo fondatore, Emergency è ancora molto attiva e si è mobilitata per prestare soccorso ai rifugiati che scappano dall’Ucraina.

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