FABIO CASTORI
Cronaca

Libertà di informazione e fake news. Ranucci e il suo libro ’La scelta’

Il giornalista e conduttore di Report sarà a Villa Vitali: ci sarà anche spazio per ricordare il giudice Borsellino

Il giornalista Sigfrido Ranucci

Il giornalista Sigfrido Ranucci

Martedì primo luglio dalle ore 19,30 all’arena di Villa Vitali il giornalista e conduttore televisivo dell’iconica trasmissione Report Sigfrido Ranucci presenterà il suo ultimo libro, ’La scelta’. Sarà presente l’organizzatrice dell’evento, Sandra Amurri, che converserà con l’autore. Sarà anche l’occasione per ricordare Paolo Borsellino a 33 anni dalla strage di via D’Amelio, in cui, oltre al magistrato, furono uccisi cinque agenti della scorta. Ranucci nel suo libro racconta il cammino che lo ha condotto fino a dove si trova ora.

Lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo. Dalle pagine del suo libro emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: "Qual è la scelta giusta?". E di trovare ogni volta la risposta, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale. "Con Ranucci – spiega Amurri – parleremo di libertà d’informazione, di come, se vuoi essere un giornalista credibile, deve esserlo anche la tua storia, perché pubblico e privato coincidono. Sarà l’occasione per ricordare gli egenti della scorta, su tutti Emanuela Loi, l’unica donna in divisa presente, giovane e bella come il sole e che ho visto per l’ultima volta pochi giorni prima di morire".

Poi le testimonianze del magistrato Massimo Russo, l’allievo prediletto di Borsellino, e il questore Rino Germanà, il suo fidato investigatore che il giudice ucciso dalla mafia voleva con sé a Palermo. Germanà riuscì a scampare all’agguato di "cosa nostra" un mese e 26 giorni dopo la strage di via d’Amelio: un eroe vivo, quindi scomodo. Nel corso dell’appuntamento si racconterà una storia toccante ed esemplare di servitore dello Stato. Sarà come fare un bagno di emozioni dense di umanità di cui abbiamo un gran bisogno.

Fabio Castori