"Lido Tre Archi, continua l’indifferenza"

"Due territori contigui eppure lontani nella percezione e nella trattazione dei fenomeni malavitosi e in particolare dell’odioso fenomeno dell’occupazione di case, senza tralasciare lo spaccio diffuso e i reati conseguenti". Lo fanno notare Grabriele Voltattorni, il presidente del Corta, Comitato residenti Tre Archi, e Renzo Paccapelo di Confabitare Fermo, che sottolineano come a Porto Sant’Elpidio, dove il fenomeno delle occupazioni abusive si è fatto evidente negli ultimi mesi, abbia suscitato l’immediata attenzione di alcune forze politiche, dell’assessore alla sicurezza e il pronto intervento delle forze dell’ordine, al contrario di Lido Tre Archi dove l’occupazione è rituale corrente da parte quasi sempre delle stesse bande di magrebini, allevatori di cani da combattimento e gestori della piazza di spaccio più importante della zona.

"È un fatto – spiega Voltattorni – che i problemi di Lido Tre Archi vengano percepiti diversamente da altri luoghi del Paese e con un certo fastidio dal sindaco e dall’assessore il quale non fa in tempo a rassicurare che tutto è nella norma ed accade l’ennesimo episodio criminoso. In particolare il sindaco manifesta un certo fastidio se gli si ricorda che dopo anni di richieste non si è ancora avuta notizia del censimento della popolazione del quartiere, dove convivono all’interno dello stesso immobile il doppio delle persone previste. Discorso diverso per Porto Sant’Elpidio, dove l’allarme è stato immediatamente lanciato all’atto dei primi segnali di escalation della violenza ed in particolare dell’occupazione delle case. Un’escalation destinata ad aumentare con il continuo richiamo di connazionali da parte delle ’bande’ di pachistani e magrebini". Rincara la dose Paccapelo: "Lido Tre Archi non ha necessità di interventi decisi e mirati, né il sindaco che l’assessore e neppure il prefetto hanno mai ritenuto il quartiere parte integrante della città, bensì un appendice fastidiosa destinata solo di interventi economici, opere costose e spesso inutili, atte a soddisfare solo l’ego realizzativo di una amministrazione priva di un progetto globale di ricucitura delle frazioni, di risanamento dei guasti prodotti negli anni ’70 e ’80 da amministratori quantomeno distratti".