Lido Tre Archi, esposto al ministro Salvini. "Questo quartiere è diventato un ghetto"

L’avvocato Iommi parla a nome di alcuni residenti

Matteo Salvini

Matteo Salvini

Lido Tre Archi, 11 agosto 2018 - Doccia fredda per il quartiere fermano di Lido Tre Archi che, a fronte di innumerevoli promesse da parte delle autorità, si è visto congelare i fondi proprio per far fronte alle zone periferiche e multietniche. A rappresentare tutto il disappunto di un parte di residenti è l’avvocato Silvia Iommi, da anni in prima fila nell’amministrazione di alcuni dei condomini più difficili del quartiere. L’avvocato Iommi, per segnalare fatti e fattacci di Lido Tre Archi, ha anche inviato un esposto al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, al prefetto, al questore e ai carabinieri di Porto San Giorgio.

«A vederlo dall’alto della collina – spiega l’avvocato Iommi – sembra davvero uno specchio di paradiso con tante zone verdi, il mare, gli spazi per le lunghe passeggiate, la zona ciclabile, il viale, l’aria sempre e costantemente con quel frizzo marino. Più ci si addentra, però e più si scopre l’inferno e come la politica trentennale nei confronti di Lido Tre Archi, lo abbia trasformato in una sorta di ghetto».

L’avvocato Iommi punta il dito sui personaggi che dominano impunemente nel quartiere. «La Guardia di Finanza sa dove potrebbe colpire – sottolinea –, perché abbiamo presentato già diversi esposti. Bisogna colpire dove sono tutti gli affitti a nero e i proprietari di questi immobili. Tutti sanno che nullatenenti non potrebbero giustificare auto da oltre 80 euro se non per lo sfacciato traffico diurno e notturno di droga. Ma li chiamano ‘informatori’ e forse vengono pure pagati in barba a tutti noi che cerchiamo il rispetto delle regole». L’avvocato Iommi ne ha per tutti: «Il Comune non sa neanche quanti ospiti occupino arbitrariamente un monolocale né perché ci sia tanta immondizia. Nessuno controlla, né fa domande. I pit bull lasciati liberi per il quartiere da anni non preoccupano le guardia zoofile, che preferiscono fare multe a chi passeggia con il proprio pincer accanto. Pare addirittura che un intero palazzo da oltre 80 unità sia stato messo sotto ricatto da chi sostiene, pur avendo svariati arresti e fogli di via, che la zona sarebbe presto diventata tutta sua per lo spaccio indisturbato. Per i residenti è l’incubo peggiore e per le forze dell’ordine dovrebbe essere il più grande obiettivo da tamponare. È ora di cambiare».

«Credo – conclude il legale – che il restyling del centro storico possa aspettare e che si faccia qualcosa di veramente concreto per queste zone più bisognose e che per troppi anni hanno invano atteso attenzione. In caso contrario Fermo sarà ricordata come la sede del secondo Hotel house marchigiano. Le minacce, gli insulti di tossici, spacciatori e gli accoltellamenti devono finire. Basta scuse ritardatarie e inutili.».