Fermo, liste d'attesa e code per le visite mediche. "Manca il personale"

Livini: disagi inevitabili nel riprogrammare esami per via del sistema informatico, non siamo pronti per le prenotazioni in farmacia

Secondo Licio Livini vanno assolutamente ripensate le politiche sanitarie

Secondo Licio Livini vanno assolutamente ripensate le politiche sanitarie

Fermo, 1 luglio 2020 - Una ripartenza ma ancora e sempre dentro l’emergenza. Il direttore dell’Area Vasta 4, Licio Livini, parla della ‘fase 3’ dell’ospedale Murri che lentamente torna alla normalità, ma lo fa con enormi difficoltà, tra file e proteste. Secondo Livini, la pandemia ancora in corso ci ha insegnato che occorre ripensare profondamente le politiche sanitarie: "Bisogna essere in grado di riportare la sanità al centro del dibattito politico e non sempre vederla come un bancomat da saccheggiare. Dobbiamo ripensare gli spazi di cura, quei processi che ci consentono di avere più posti letto, più terapie intensive, gestire le emergenze, avere soluzioni flessibili per le strutture, investimenti per personale e risorse".

Livini si dice consapevole del disagio che c’è oggi nel dover riprogrammare tutte le visite e gli esami sospesi nel lockdown. Fabrizio Santillo, a capo della Direzione medica ospedaliera che segue da vicino le agende di prenotazione, spiega: "Abbiamo ripreso la rimodulazione delle attività ambulatoriali, quello che abbiamo cercato di fare proprio in previsione di una eventuale riaccensione della pandemia è stato portarle tutte all’esterno, a livello della palazzina ex Inam, con una procedura di ingresso specifica. L’accettazione si fa all’ingresso dal personale della sicurezza, che consegna al paziente un questionario da compilare, misura la temperatura e gestisce gli ingressi".

Le visite urgenti dovrebbero essere smaltite entro tre giorni, i medici di medicina generale mandano al pronto soccorso per le urgenze che poi vengono rinviate al Cup. Chi aveva una visita già programmata deve tornare dal proprio medico per valutare di nuovo la priorità di cura e poi arrivare in ospedale, fare la fila per prenotare e poi di nuovo per pagare il ticket e ancora in fila per accedere con tutte le prescrizioni del caso, sotto il caldo che fa e con la mascherina sul viso.

I tamponi li fanno solo i pazienti che devono fare un esame invasivo, resta un meccanismo farraginoso che oggi crea non pochi problemi: "Chi stava prenotato per giugno ha subito dei ritardi importanti - prosegue Livini -. E’ un percorso che andrà avanti ancora a lungo, purtroppo abbiamo un sistema informatico che non ci consente di snellire, è una difficoltà che crea ansia, disagio e preoccupazione per chi deve fare una visita e ha necessità. L’unica cosa certa che posso affermare è che ho segnalato questa esigenza, si è aperta la prenotazione anche ad altri operatori come le farmacie esterne, noi non siamo pronti, l’operatore allo sportello non fa altro che gestire la situazione e il livello di disagio si alza anche qui. Per fare le visite. ci vogliono le persone, non siamo nelle condizioni di far lavorare i nostri operatori la notte e la domenica, sono gli stessi che hanno dato tanto in questi tre mesi, operatori che hanno cercato di riprendere fiato. I numeri del personale non sono certo aumentati. Oggi siamo in grado di soddisfare il 50% di quello che si faceva prima. Occorre alzare il tetto di spesa del personale, sono passaggi istituzionali su cui saremo chiamati a rendere conto".