L’omicidio Marilungo è destinato ad incrementare la già lunga lista dei delitti irrisolti che hanno segnato l’ultimo quarto di secolo di cronaca nera nel Fermano. Una lista che prende il via con la barbara morte di Giuseppe Marzano, ucciso e torturato con quaranta colpi di cacciavite nel suo appartamento di Lido Tre Archi nel pomeriggio del 27 gennaio del 1992. Figlio di un noto avvocato napoletano, si era trasferito da appena un anno a Fermo e si prostituiva, vestito da donna, tutte le sere lungo la statale Adriatica, vicino a Porto San Giorgio. Loredana Pizi, una 22enne di Pedaso, nel Ferragosto del 1994 viene trovata morta in un fosso delle campagne di Altidona, con le mani legate e un sacchetto di plastica in testa. Diverse le piste che saranno battute, ma si risolveranno con un nulla di fatto. Albana Strazimiri, un’albanese di 19 anni, viene fatta a pezzi nel gennaio del 1995 e abbandonata, in un sacco dei rifiuti, nella discarica di Grottazzolina. Dell’omicidio saranno accusati e poi prosciolti i fratelli Baboci, anche loro albanesi. Uno dei casi più eclatanti scoppia nel 1996. E’ febbraio quando Rosanna Lococciolo (foto) 42 anni, sposata con un figlio e separata dal marito di origini brindisine, viene uccisa con un colpo di fucile sparato in viso. Il suo copro viene tagliato in due con una sega e gettato all’interno di un pozzo nelle campagne di Ponzano. Il grande indiziato è il suo presunto amante, il bidello fermano Vincenzo Fornelli. L’uomo morirà diversi anni dopo, portandosi il segreto nella tomba. Nell’ottobre del 2002 dai rifiuti di una discarica in zona Brancadoro, nella periferia di Sant’Elpidio a Mare, emerge una sacca. Dalla cerniera spunta un teschio di una donna e i resti di una mano mozzata. E’ Sagiaa Bent Madjoub, una tunisina di 34 anni, sposata e madre di due figli che, prima di scomparire, viveva con la sua famiglia a Montegranaro. Nella notte del 24 novembre 2000 viene ucciso Mario Somma, un travestito di 36 anni: un altro mistero irrisolto.