"L’odissea per riscuotere il sussidio"

Ci sono le regole e i protocolli, le ragioni di decisioni prese una volta per tutte e mai modificate. E poi ci sono le storie di dolore e sofferenza di cui bisogna farsi carico e magari trovare soluzioni che abbiamo come filo conduttore l’umanità. È la storia di una donna di 81 anni che vive a Lapedona, insieme con la figlia che la assiste. Da qualche tempo le sue condizioni di salute sono peggiorate, ha avuto ictus e difficoltà che l’hanno costretta a letto e con un principio di demenza, senza più la possibilità di alzarsi e uscire di casa. Per questa situazione ha ottenuto un sussidio di cura e la figlia è andata all’ufficio postale per capire come beneficiarne: "Sono andata perché abbiamo tutto alla posta, peraltro c’è un ufficio abbastanza vicino a casa nostra e ci sono dei termini piuttosto stretti entro cui ritirare il contributo che altrimenti si perdere. Mi hanno detto che sul libretto postale la cifra, pari a 250 euro, non tantissimo ma comunque un aiuto per noi, deve essere accreditata per forza su un conto corrente che dunque dobbiamo aprire. Le condizioni di mamma sono peggiorate solo da qualche settimana, ancora non abbiamo fatto i passaggi necessari per convalidare la sua invalidità e la sua incapacità di affrontare il quotidiano. Dunque noi non possiamo firmare al posto suo, mi hanno detto che l’unico modo per aprire il necessario conto corrente è che si porti mia madre in ufficio. Ho spiegato che è costretta a letto, con tutti i dispositivi necessari, che non riusciamo ad andare. Mi hanno detto che posso chiamare l’ambulanza e portarcela, che la procedura è questa e non si può fare niente. Io credo che sia abbastanza surreale, come si fa a chiedere di portare una donna invalida in ufficio postale? Ce la porto con tutto il letto? Possibile che in questi tempi tecnologici non ci sia la possibilità di trovare un’altra soluzione? Ovviamente vedremo di nominare un tutore per mia madre che sbrighi queste pratiche per lei, quello che vorremmo è che nessuno si debba trovare in difficoltà come è successo a noi, che a nessuno venga chiesto di portare una donna allettata per firmare in un ufficio, è mortificante e avvilente".