
Il direttore generale Ciip Giovanni Celani e il progetto del potabilizzatore
Scorte idriche da ‘severità alta’, è la situazione per l’Ato 5 Marche sud, rispondente ai territori delle province di Ascoli e Fermo, dove il servizio idrico è gestito dalla Ciip. La società ha competenza su 59 Comuni e paga amaramente le conseguenze del terremoto del 2016 con epicentro corrispondente alle due sorgenti di Montemonaco e Pescara Capodacqua, fortemente compromesse nell’erogazione di acqua. A parlare della crisi idrica, delle azioni messe in campo per garantire la continuità del servizio a fronte della scarsa disponibilità di acqua, e della proiezione futura, il direttore generale Ciip Giovanni Celani.
‘Severità idrica alta’ è quanto annunciato per l’Ato 5. E’ così?
"Il bilancio di crisi è dato da più fattori. Facciamo i conti con la mancanza di pioggia e neve, anche se questo inverno è stato migliore degli ultimi anni. Ma di fatto, restiamo nella soglia alta di crisi a causa della drastica riduzione di portata delle sorgenti danneggiate dal sisma".
Di quanto si è ridotta la portata?
"Del 60%. Le sorgenti sono passate dall’erogazione di 1250 litri al secondo a 550 dopo il sisma".
Come si potrebbe spiegare ad un bambino il danno del sisma alla sorgente?
"Immaginiamo che la sorgente sia una spugna che assorbe acqua per poi rilasciarla. Questa la sua funzione naturale. Il forte terremoto, è come se avesse strizzato la spugna causando un’abbondante fuoriuscita di acqua nell’immediato post sisma, per poi passare alla conseguente e costante riduzione di emissione idrica, fino ad oggi".
Tutto questo cosa ha comportato?
"La messa in funzione dei quattro impianti di soccorso, dislocati ad Ascoli, San Benedetto, Porto San Giorgio-Fermo e Petritoli. Sono pozzi che hanno permesso di sopperire alla carenza e proseguire nell’erogazione di acqua".
Ma quando sono stati realizzati?
"Nel 2009/2010. Fu una scelta dettata dalla lungimiranza di trovarsi ad affrontare un eventuale emergenza. Dal post sisma ad oggi, è un tempo che va oltre l’emergenza, ma fortunatamente possiamo contare su questa garanzia".
Fare fronte alla crisi, ha significato limitare il consumo di acqua con le chiusure notturne. Una scelta difficile ma necessaria?
"Consideri che la Ciip serve molti Comuni tra cui grandi città, come San Benedetto che in estate vede un aumento della popolazione pari al 40% e di conseguenza un incisivo aumento del consumo di acqua. Avevamo due scelte: le chiusure notturne (che richiedono molto investimento per la gestione sia in termini di risorse che di manutenzione) oppure andare incontro alla certezza di restare più giorni a settimana senza acqua. Quindi sì. E’ stata una scelta necessaria".
Secondo lei, una misura così sarà necessaria anche la prossima estate?
"Potrebbe, questo è da vedere. Ma sarebbe l’ultima volta per fortuna".
Si riferisce al grande potabilizzatore in corso di realizzazione alla diga di Gerosa?
"Sì. I lavori procedono speditamente e prevedono la conclusione per marzo 2026. L’attivazione dell’impianto è mirata a risolvere le criticità idriche".
Paola Pieragostini