Lungo applauso per Piero "Uomo di cultura e umanità Ma anche di grande fede"

La chiesa di San Domenico gremita, cerimonia semplice per volere della famiglia. Offerte alla Caritas e al centro Condividere. Il toccante ricordo di don Michele.

Lungo applauso per Piero  "Uomo di cultura e umanità  Ma anche di grande fede"

Lungo applauso per Piero "Uomo di cultura e umanità Ma anche di grande fede"

Ogni angolo della grande chiesa di San Domenico c’è una persona, nemmeno un centimetro è vuoto e ciascuno porta un ricordo, un pensiero, una parola legata al preside Piero Ferracuti. C’è il prefetto di Fermo Michele Rocchegiani, ci sono i colleghi, presidi di ieri e di oggi, gli insegnanti. Ci sono i suoi ragazzi, tutti coi pantaloni lunghi e il vestito buono, per un momento che sentono triste e importante. E poi gli amministratori del territorio, il presidente della Provincia Ortenzi, l’amministrazione comunale, i dipendenti comunali, colleghi di Maria Chiara Leonori che di Piero è stata compagna di vita e di anima. Una cerimonia semplice, com’era nel suo stile, per espressa richiesta della famiglia non ci sarà nessun discorso di commiato, le offerte vanno alla Caritas per chi è in difficoltà e al centro Condividere che la famiglia Ferracuti appoggia da sempre. Manda un pensiero l’arcivescovo Pennacchio, costretto fuori da un impegno, ci sono i fermani del centro storico e non solo, gli amici di una persona per bene, come ricordano tutti. Don Michele Rogante celebra una messa sobria, non amava le grandi celebrazioni Piero Ferracuti, mai si metteva in mostra, sempre si distingueva coi suoi discorsi profondi. Nella lettura del Vangelo si parla della pesca miracolosa di Pietro: "Piero era un uomo di grande fede, si è fidato del Signore, una pesca miracolosa quella della sua vita, per quello che ha saputo fare. Piero aveva piena volontà di capire quello che voleva il Signore, comportandosi sempre in maniera degna, portando frutto, uomo di conoscenza com’era. Ha approfondito, ha cercato di conoscere, la nostra fede ci dice che non c’è fine con la morte, c’è una vita che continua". Don Michele ricorda che è stato un uomo capace di gestire la fase del terremoto, capace di impegnarsi tanto per i 700 anni della morte di Dante, con la sua grande cultura e umanità, attento alle persone e ai giovani, deciso ma gentile, capace di rapporti costruttivi, ironico: "Ha lasciato tanto a noi e alla sua famiglia, splendida, una squadra. Ci ha lasciati presto? Da uomo di fede avrebbe risposto che i tempi li conosce il Signore, a noi spetta vivere al meglio ogni tempo, il modo migliore per salutarlo è fare tesoro di quanto è stato per ciascuno di noi. Ripeteva che il liceo classico non lo si sceglie per essere al posto giusto al momento giusto ma per essere educati a bellezza, profondità consapevolezza, dobbiamo vivere ogni giorno così, nel migliore dei modi". Le lacrime arrivano in punta di spada, per il picchetto d’onore che l’Accademia della scherma, una campionessa la figlia Elena, tributa al preside, un lungo applauso, un saluto ad una bella persona carico di sincerità.

Angelica Malvatani