Malore fatale per Gianluca Del Papa Due città in lutto per il "vichingo"

Il 55enne trovato senza vita lunedì mattina al Sasso d’Italia, parco di Macerata: leggeva un libro disteso su un telo, sotto un albero. Domani i funerali, i colleghi e gli amici: "Una persona speciale"

Migration

di Chiara Gabrielli

Non si danno pace i familiari, gli amici, i colleghi e tutti quanti amavano Gianluca Del Papa, 55 anni, trovato senza vita lunedì mattina al Sasso d’Italia, parco di Macerata. Sarebbe stato un malore a stroncarlo, mentre come al suo solito leggeva un libro, disteso su un telo, all’ombra di un albero. Il funerale sarà celebrato domani alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Pedaso. Lascia due figli. Laureato in inglese, un amore sconfinato per la letteratura e la poesia, residente a Macerata e insegnante di sostegno alle medie di Morrovalle, era originario di Pedaso, dove vive la mamma e dove tornava appena poteva, per le vacanze o quando aveva un po’ di tempo libero, e dove tutti lo conoscevano come cuoco: aveva lavorato per 15 anni al Matepaya, storico ristorante di Pedaso, e collaborato più volte alla sagra delle cozze come chef.

"Sembra impossibile che sia accaduta una cosa del genere – così Mariano Pallottini, proprietario del Matepaya –, non era immaginabile. Conoscevo Gianluca da sempre, da tempo abitava a Macerata ma tornava spesso a Pedaso. Appassionatissimo di letture, divorava un libro dietro l’altro. Preferiva la letteratura americana. Si è laureato a Macerata con una tesi sullo zen della manutenzione della moto e poco tempo fa un amico l’ha visto che si occupava appunto della sua moto, una Morini 350 anni ‘80. Era una persona molto riservata, molto colta. Gli piacevano tantissimo il rock anni ‘70 e il cinema, il film più citato tra noi era ’Febbre da cavallo’, spesso tra amici ci prendevamo in giro usando proprio citazioni dei film – ricorda Pallottini –. Per 15 anni ha lavorato al Matepaya, aveva iniziato quando studiava e ha proseguito anche dopo la laurea, finché non ha avuto la cattedra nel Maceratese. Era un bravissimo cuoco". Gianluca si teneva in forma: "Era uno sportivo, non fumava, da ragazzo aveva fatto basket e arti marziali ma soprattutto molto nuoto, era un amante della natura – sottolinea ancora Pallottini –. La notizia della sua scomparsa è stata uno choc". A Macerata aveva frequentato il gruppo di poesie e negli ultimi anni anche la scuola popolare di filosofia. "Molti lo chiamavano il vichingo – racconta Andrea Ferroni, compagno di avventure filosofiche –. Credo non ci fosse un argomento che non conosceva, era una persona coltissima. Mi ha dato sempre suggerimenti fantastici per i libri da acquistare. Aveva scritto molte poesie, era una persona incredibile, sempre pronto a dare una mano".

A scuola lo adoravano tutti. "Siamo distrutti – dice Fabiana Scarpetta, a nome dei colleghi delle medie di Morrovalle –, abbiamo lavorato insieme fino a sabato mattina, lui stava benissimo. Gianluca era una persona speciale, sempre attento, umano nel lavoro. I ragazzi erano molto affezionati a lui. È difficilissimo parlarne al passato, è veramente incredibile che lui non ci sia più".