Fermo, la storia di Adele. Ha completato il romanzo del figlio morto

Il suo Marco se n'è andato soli 18 anni in un terribile incidente. "Sono andata avanti perché avevo le sue parole da fare rivivere"

Adele Tiburzi e il libro 'Occhi tristi'

Adele Tiburzi e il libro 'Occhi tristi'

Fermo, 18 marzo 2018 - Marco aveva gli occhi tristi, non era un ragazzo ombroso, ma era come se nello sguardo ci fosse la consapevolezza della sua vita e di quanto sarebbe stata breve. Se n’è andato che aveva appena 18 anni, oggi fanno 23 anni da quel terribile incidente che ha messo fine alla sua vita, qui è rimasta mamma Adele Tiburzi, alla ricerca di un senso nuovo da dare alle giornate. La forza per reagire Adele Tiburzi l’ha trovata dentro un cassetto, c’erano alcune pagine scritte da Marco, dovevano essere un romanzo, era il sogno e non l’aveva mai completato.

Oggi mamma Adele ha trovato la forza di completare quella storia e la porta ovunque vogliano ascoltarla, anche per dire che la vita è preziosa e va vissuta in pieno. «La sera dell’incidente - racconta Adele - Marco non aveva voglia di uscire, io l’ho abbracciato e gli ho detto di restare se non si sentiva. Lui era molto attaccato ai suoi amici, si è sforzato ed è andato. E’ stata l’ultima volta che l’ho visto vivo, le ultime parole che mi ha detto». Marco è partito con i suoi amici, sono saliti in macchina in sei, lui guidava, hanno avuto un tremendo incidente e solo lui ha perso la vita, sul colpo, per gli altri solo piccole conseguenze. 

«All’ospedale mi hanno detto senza mezzi termini che mio figlio non c’era più. Mi è rimasta un’altra figlia, Eleonora, l’unica mia ragione di vita oggi, e poi c’erano le parole di Marco da far rivivere». Adele ha ripreso a respirare, è tornata ad essere mamma per Eleonora, sforzandosi di proteggerla da tutto il male del mondo, e poi ha trovato il coraggio di riprendere la storia che il suo ragazzo aveva appena abbozzato: «Era una storia d’amore quella che Marco ha scritto, una storia che non aveva un finale. Mi sono messa prima a leggere tutto quello che potevo, quanti più libri potevo, per capire come si fa. Poi ho cominciato, piano piano, una pagina dopo l’altra e sentivo la sua voce che mi accompagnava, mi circondava».

«Alla fine il romanzo è venuto fuori da solo e si chiama proprio ‘Occhi tristi’, come gli occhi del mio Marco. Il finale purtroppo non è positivo perché qui non c’è una soluzione, l’eroe non torna a casa, non ha più sorriso e la sua vita si è interrotta a 18 anni appena. Tra quelle pagine c’è anche la ragazza che Marco amava, ci sono i suoi sogni, tutte le cose che voleva vivere e che non ha potuto. Ai ragazzi oggi vorrei dire di fare attenzione, di custodire la loro vita, di abbracciare la loro mamma, di inseguire i loro sogni, di non rischiare in macchina, di non perdersi nell’alcol e nelle cose pericolose».

Adele presenta il suo libro con grande emozione, intanto ne ha scritti altri due, accanto ha sempre la foto di Marco e di quegli occhi un po’ spenti.