
Si può imparare la matematica divertendosi, senza ansie e senza restare indietro? Pare proprio di sì e lo hanno dimostrato i fratelli Pietro e Francesco Baragiola, studenti liceali a Milano, che hanno avuto il desiderio di "raccogliere fondi per finanziare attività extra-scolastiche di potenziamento matematico, per entusiasmare ragazze e ragazzi a continuare il percorso di studi oltre la scuola dell’obbligo". Un’idea che è sbarcata al centro educativo The Tube di Fermo, promosso dall’Associazione Mondo Minore della Comunità di Capodarco di Fermo proprio per accompagnare i ragazzi delle scuole medie e superiori, nel loro percorso di studi, in un momento di vita che possa essere sereno. Tra le tante attività del centro, tutte gratuite per gli utenti e già ripartite insieme con l’anno scolastico, c’è il percorso matematico innovativo che non è una storia di ripetizioni e lezioni normali ma una strada che porta ad appassionarsi. Grazie ad una raccolta fondi è partito il primo progetto pilota a Fermo, DivertiMente, Pietro e Francesco hanno raccontato prima di tutto la loro esperienza di "studenti" alle famiglie fermane e, insieme a MatemUpper, l’organizzazione oggi li supporta nella gestione della didattica, hanno presentato l’iniziativa attraverso una simulazione di lezione incentrata su un "gioco di carte". A seguito dell’incontro si è subito concretizzato l’interesse per 15 alunni tra la I e la III media. "Non una ripetizione, non un doposcuola ma un viaggio alla scoperta della Matemagia, spiega Chiara Attorre, responsabile del centro educativo, Si tratta di un percorso che porta a sorridere, a incantarsi, per scoprirsi capaci e non sempre predisposti a mollare di fronte alle difficoltà". A maggio del 2023, un gruppo di donatori si unisce a Pietro e Francesco per trasformare l’idea giovanile in un ente filantropico, dopo Fermo, anche Milano e Brescia hanno adottato il progetto, per far partire classi di potenziamento matematico in zone difficili delle due città. Prosegue Chiara Attorre: "Nel nostro centro puntiamo sulle capacità dei giovani, sulla convinzione che spesso disagio e povertà educativa hanno terreno fertile nell’alimentare situazioni di fragilità sociale. Investire sui ragazzi significa donare prima di tutto possibilità, per questo l’idea dei fratelli Baragiola ci è parsa un’attività bella e vincente e il primo anno di percorso ci ha dato ragione".