Maxi giro di droga, coppia di coniugi pronta al ricorso

Dopo le condanne inflitte in primo grado, l’appello di Ferdinando Bongiovanni e sua moglie Adele D’Avino.

Maxi giro di droga, coppia di coniugi pronta al ricorso

La guardia di finanza al lavoro

Non ci stanno gli avvocati Simone Santoro e Giada Micucci alla condanna dei loro rispettivi assistiti, Ferdinando Bongiovanni e sua moglie Adele D’Avino nel processo all’organizzazione italo-albanese accusata di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti a livello internazionale e sgominata con l’operazione Doppio Gioco della Guardia di Finanza. I due coniugi, lui 62 anni, lei 60 anni, entrambi di Civitanova, sono stati condannati rispettivamente a cinque anni di reclusione e a un anno pena sospesa. "Faremo appello – spiegano Santoro e Micucci – per dimostrare che Bongiovanni non ha partecipato all’associazione a delinquere e che la D’Avino è estranea ai fatti". Per Bongiovanni, difeso dall’avvocato Santoro, il pm aveva richiesto una pena di anni 12 anni, ridotta a 5. Per D’Avino difesa da Giada Micucci, il pm aveva invece chiesto due anni e otto mesi, ridotti poi ad un anno per l’ipotesi di spaccio di lieve entità. La banda era stata sgominata con la maxi operazione Doppio Gioco della Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda, Direzione distrettuale antimafia di Ancona. In manette erano finite 12 persone, tra cui i personaggi di spicco del sodalizio criminale, i due fratelli albanesi Etmond e Klenis Qevani, di 47 e 39 anni, residenti a Porto Sant’Elpidio e titolari di un autosalone. A loro, nel processo con rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena, sono state inflitte le condanne più pesanti: rispettivamente dieci anni e otto mesi e sette anni di reclusione. Condanne anche per gli altri sei imputati, mentre quattro hanno chiesto il patteggiamento Il blitz era scattato all’alba del 29 giugno 2023 nelle Province di Fermo, Macerata, Ancona, Pesaro-Urbino e Frosinone, oltre che in Albania, Belgio e Spagna, e aveva visto impegnati 100 militari delle Fiamme Gialle con il supporto dello Scico, Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata e delle polizie albanesi, belghe e spagnole. Gli arrestati erano stati ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di cocaina e hashish per un giro di 35 milioni di euro. La complessa indagine, partita da Porto Sant’Elpidio dopo il sequestro di 20 chili di cocaina, aveva permesso di ricostruire l’attività e la struttura di una compagine criminale con base operativa nella cittadina della costa fermana e con ramificazioni sul territorio nazionale ed europeo. I primi passi dell’operazione, però, avevano preso il via nel 2020 quando, nell’ambito di un’altra indagine condotta dal Gico, era emersa la figura di un ex collaboratore di giustizia di origini campane responsabile di un nutrito gruppo di spacciatori italiani attivi in tutte le Marche.

Fabio Castori