di Angelica Malvatani Sono la memoria storica di un’azienda, le colonne portanti, esperienza e attaccamento e professionalità, unite a serietà e senso del dovere. Sono queste le caratteristiche che fanno di una persona un Maestro del lavoro, secondo il consolato interprovinciale dei maestri del lavoro presieduto da Giorgio Fiori, ieri in Provincia a Fermo la consegna di una pergamena per celebrare i riconoscimenti ottenuti dal 2020 ad oggi e mai degnamente sottolineati per via della pandemia. Il presidente della Provincia Michele Ortenzi, insieme con il prefetto Vincenza Filippi, ha voluto un momento di "normalità, per tornare a celebrare le virtù del lavoro, per restituire uno spazio importante a queste persone che sono il motore anche del nostro territorio". A premiare i fermani anche il vice presidente del consolato, Maurizio Valentini, e i sindaci dei comuni di origine delle persone premiate, tutte con almeno 25 anni di lavoro in una stessa azienda nella quale hanno dimostrato un talento e un attaccamento particolari.  Per il suo lavoro in Conad Adriatico è stato premiato Roberto Mattei, Giuseppe Paolo Ferrario invece è un dipendente di Sigma mentre Francesco Rosario Pastore è un lavoratore di Pfitzer Italia. Nel 2021 il premio era andato a Maurizio Barbizzi, per il suo lavoro nella ditta Fabi Danilo e C., a Marcello Brandetti che ancora lavora per il salumificio Ciriaci, Ida Buccolo della ditta Santori Pellami. E ancora, a Mauro Gismondi della ditta Giano, Cecilia Maniscalco per la Banca nazionale del lavoro e Alessandrina Traini per l’Unione provinciale agricoltori. Nel 2022 premio a Michele Bonacchi, 55 anni dietro le quinte della ditta Lubinski, Claudia Lottatori e Luigi Rossi per la Sigma, Floriana Torretti per Poste Italiane. Bonacchi è un po’ il veterano del gruppo, 81 anni e nessuna voglia di andare in pensione è toccato a lui lo scorso 1 maggio rappresentare i maestri del lavoro delle Marche: "E’ stato un onore grandissimo, mi sono emozionato nel vedere quanta attenzione c’è per noi lavoratori". È entrato in azienda nel 1967, aveva poco più di vent’anni, il suo titolare di allora Wojcihec Lubinski, era un signore vero, con un sogno che oggi è una realtà riconosciuta in tanti posti del mondo: "Ha costruito una azienda capace di restare nel mercato del lusso, con i sigari e il tabacco di assoluta qualità. Oggi lavoriamo tanto anche con la Svizzera, con la Francia, con tanti posti del mondo che cercano la qualità. Mi sono sempre sentito a casa con Lubinski padre e oggi con il figlio Mario. Non sarei andato da nessun’altra parte, per nessuna cifra al mondo, e oggi non ho voglia di smettere di lavorare, a casa non ho nessuno e la mia vita è al lavoro, al mio posto. Sono ancora a tempo pieno, ogni giorno vado pieno di entusiasmo, ho imparato ad usare il computer e internet, ad aggiornarmi, a capire come va il mondo. Abbiamo affrontato la pandemia, le difficoltà di questo tempo, devo dire che la gente che ha imparato a godersi le mura di casa ha anche mantenuto la voglia di un buon sigaro e noi ne abbiamo anche che valgono più di 30 euro l’uno. Penso che sia per questo che non sono invecchiato tanto, ancora, nonostante l’anagrafe: ho sempre tenuto acceso il cervello e amo l’azienda che mi fa lavorare, come se fosse la mia famiglia".

Cronaca

di Angelica Malvatani
Sono la memoria storica di un’azienda, le colonne portanti, esperienza e attaccamento e professionalità, unite a serietà e senso del dovere. Sono queste le caratteristiche che fanno di una persona un Maestro del lavoro, secondo il consolato interprovinciale dei maestri del lavoro presieduto da Giorgio Fiori, ieri in Provincia a Fermo la consegna di una pergamena per celebrare i riconoscimenti ottenuti dal 2020 ad oggi e mai degnamente sottolineati per via della pandemia. Il presidente della Provincia Michele Ortenzi, insieme con il prefetto Vincenza Filippi, ha voluto un momento di "normalità, per tornare a celebrare le virtù del lavoro, per restituire uno spazio importante a queste persone che sono il motore anche del nostro territorio". A premiare i fermani anche il vice presidente del consolato, Maurizio Valentini, e i sindaci dei comuni di origine delle persone premiate, tutte con almeno 25 anni di lavoro in una stessa azienda nella quale hanno dimostrato un talento e un attaccamento particolari. 
Per il suo lavoro in Conad Adriatico è stato premiato Roberto Mattei, Giuseppe Paolo Ferrario invece è un dipendente di Sigma mentre Francesco Rosario Pastore è un lavoratore di Pfitzer Italia. Nel 2021 il premio era andato a Maurizio Barbizzi, per il suo lavoro nella ditta Fabi Danilo e C., a Marcello Brandetti che ancora lavora per il salumificio Ciriaci, Ida Buccolo della ditta Santori Pellami. E ancora, a Mauro Gismondi della ditta Giano, Cecilia Maniscalco per la Banca nazionale del lavoro e Alessandrina Traini per l’Unione provinciale agricoltori. Nel 2022 premio a Michele Bonacchi, 55 anni dietro le quinte della ditta Lubinski, Claudia Lottatori e Luigi Rossi per la Sigma, Floriana Torretti per Poste Italiane. Bonacchi è un po’ il veterano del gruppo, 81 anni e nessuna voglia di andare in pensione è toccato a lui lo scorso 1 maggio rappresentare i maestri del lavoro delle Marche: "E’ stato un onore grandissimo, mi sono emozionato nel vedere quanta attenzione c’è per noi lavoratori". È entrato in azienda nel 1967, aveva poco più di vent’anni, il suo titolare di allora Wojcihec Lubinski, era un signore vero, con un sogno che oggi è una realtà riconosciuta in tanti posti del mondo: "Ha costruito una azienda capace di restare nel mercato del lusso, con i sigari e il tabacco di assoluta qualità. Oggi lavoriamo tanto anche con la Svizzera, con la Francia, con tanti posti del mondo che cercano la qualità. Mi sono sempre sentito a casa con Lubinski padre e oggi con il figlio Mario. Non sarei andato da nessun’altra parte, per nessuna cifra al mondo, e oggi non ho voglia di smettere di lavorare, a casa non ho nessuno e la mia vita è al lavoro, al mio posto. Sono ancora a tempo pieno, ogni giorno vado pieno di entusiasmo, ho imparato ad usare il computer e internet, ad aggiornarmi, a capire come va il mondo. Abbiamo affrontato la pandemia, le difficoltà di questo tempo, devo dire che la gente che ha imparato a godersi le mura di casa ha anche mantenuto la voglia di un buon sigaro e noi ne abbiamo anche che valgono più di 30 euro l’uno. Penso che sia per questo che non sono invecchiato tanto, ancora, nonostante l’anagrafe: ho sempre tenuto acceso il cervello e amo l’azienda che mi fa lavorare, come se fosse la mia famiglia".

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