Miur parte civile nel processo al prof di sostegno

L’uomo è accusato di violenza sessuale su tre alunni minori. In aula sono state ascoltate le famiglie delle presunte vittime

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di Fabio Castori

Avrebbe abusato sessualmente di tre adolescenti suoi allievi. Per questo motivo un insegnante di pianoforte e, all’epoca dei fatti, di sostegno in una scuola media è finito davanti al Collegio penale del tribunale di Fermo. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Angelozzi, è stato chiamato a rispondere del reato di violenza sessuale in danno di tre alunni minorenni.

Le vittime, insieme con i loro familiari, si sono costituite parte civile, e sono rappresentate dagli avvocati Matteo Restuccia, Alessandra Iacopini, Filippo Polisena e Marco Tomassini.

I giudici del Collegio hanno accolto la richiesta dei legali delle famiglie delle vittime dell’ammissione del Miur, Ministero per l’istruzione, l’università e la ricerca, quale responsabile civile dell’accaduto e quindi responsabile anche di un eventuale risarcimento danni dei minori coinvolti. Ieri, però, è stato il giorno delle testimonianze dei genitori delle vittime.

A turno hanno raccontato dei cambiamenti e degli atteggiamenti dei propri figli che hanno fatto sorgere i primi sospetti. Poi hanno ricostruito le presunte violenze consumate a più riprese, tra il 2016 e il 2017, a casa delle vittime e a scuola, durante le lezioni di sostegno individuali.

Le ricostruzioni sono state ritenute particolarmente attendibili, anche perché le famiglie e i ragazzini coinvolti non si erano mai conosciuti prima dei fatti e quindi non avrebbero potuto influenzarsi a vicenda. L’indagine era partita dopo che un genitore, a seguito di alcuni racconti del figlio, aveva segnalato presunte molestie sessuale alla preside della scuola.

La stessa dirigente aveva immediatamente denunciato l’episodio alla Procura della Repubblica di Fermo, che aveva aperto un fascicolo a carico dell’insegnante. Le indagini, portate avanti dalla polizia giudiziaria, avevano fatto emergere altre due vittime. C’era stato un incidente probatorio in un’aula protetta, dove i tre adolescenti erano stati ascoltati con l’ausilio di uno psicologo.

Le testimonianze dei ragazzini erano state messe a verbale e saranno usate nella fase processuale. Una procedura che, fortunatamente, eviterà ulteriori traumi emotivi alle presunte vittime, visto che, così facendo, non dovranno comparire nuovamente in aula per testimoniare davanti ai giudici.

Al termine delle indagini il magistrato inquirente aveva chiesto e ottenuto una misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’insegnante, però scaduta per decorrenza dei termini. Il processo è stato aggiornato ad aprile per l’audizione dei testimoni della difesa.