Monti: aiuti più sostanziosi alle aziende per ridurre il debito

Il commercialista in un libro analizza anche la situazione del Fermano a seguito del lungo lockdown

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"L’economia del Fermano, sorpresa dal Covid-19, è segnata da un notevole calo di produzione e consumi". E’ l’analisi di Massimo Monti, dottore commercialista, autore del libro ‘Una strategia per partito’. "Il risparmio continua ad aumentare - spiega Monti -. I depositi bancari sono aumentati di circa 25 miliardi, deprimendo ovviamente i consumi. Un quarto del reddito lo destiniamo al risparmio. Dall’ultima indagine campionaria della Banca d’Italia, la quota di famiglie indebitate ha continuato a ridursi, al 21&. Circa il 70% delle famiglie è proprietario dell’abitazione in cui risiede. Questo è quanto il nostro Governo dovrebbe considerare per poter decidere gli aiuti da dispensare. Monti sottolinea come per le Marche "nel 2019 il peso del debito sul reddito disponibile delle famiglie, in flessione negli ultimi anni (47%, 5 punti percentuali in meno rispetto al 2011), è risultato inferiore di 3 punti al dato nazionale per la più bassa incidenza dei mutui per l’acquisto di immobili". Anche l’evasione fiscale si rivela un punto di forza, una "immunità fiscale di gregge" che torna utile per contenere le conseguenze della pandemia da virus: "E’ un’effettiva realtà. Si tratta di denari che abbiamo in tasca e non sono di peso allo Stato. Quale aiuto dovremmo attenderci per risollevarci dal raffreddamento forzato della nostra economia locale? Le aziende calzaturiere, le attività di commercio al dettaglio e all’ingrosso (23,7%), l’agricoltura (17,7%) dovranno ridurre i volumi di produzione quindi il fatturato, il reddito, impegnandosi i calzaturieri a rivedere il proprio business model. Molte aziende dovranno licenziare i propri dipendenti che perderebbero il loro reddito, ma anche la macchina che lo produce. L’aiuto di Stato dovrebbe essere quindi nei confronti delle aziende e dei disoccupati. La provincia di Fermo ha in grande maggioranza micro-imprese con meno di dieci dipendenti. Ne sono circa 17.000, il 94% di tutte le imprese del Fermano e il 12,4% delle micro-imprese marchigiane. Se il 10% delle micro-imprese della nostra provincia non riuscisse a riagganciare i mercati, una stima prudenziale di lavoratori che si troverebbero senza reddito non sarebbe inferiore alle 8.500 unità. Lo strumento per salvaguardare aziende e lavoratori è l’acquisto del debito delle aziende da parte dello Stato come timidamente previsto dalla norma sul ‘Rilancio’ dell’economia ma solo per aziende da 10 a 50 milioni di fatturato. Sarebbe stato invece opportuno estendere anche a piccoli imprenditori seppure con l’invito a vestire la propria attività con forme societarie adeguate. La provincia di Fermo ha solo 60 medie imprese da 50 a 249 addetti che possono rientrare nel range previsto dal decreto ’Rilancio’ e ciò dà l’idea di quanto poco aiuto è possibile attendersi".