Fermo, motopeschereccio affonda nella notte. "Era in vendita"

La barca appartiene alla società MarinaRo. Ciaffardoni: il natante si può recuperare

Adriana III, motopeschereccio di ventuno metri affondato

Adriana III, motopeschereccio di ventuno metri affondato

Porto San Giorgio (Fermo), 15 settembre 2022 - Adriana III, motopeschereccio di 21 metri affondato mentre era all’attracco nella banchina riservata alle imbarcazioni da pesca: è la brutta sorpresa di fronte alla quale si sono trovati i primi pescatori sangiorgesi che verso le 5 di ieri mattina si sono recati al porto per iniziare la giornata lavorativa. Lanciato l’allarme, sul posto sono subito arrivati gli uomini della guardia costiera, i vigili del fuoco, i sommozzatori, primo fra tutti, come sempre in casi simili, Basilio Ciaffardoni. È intervenuto anche l’assessore all’ambiente e alla pesca, Fabio Senzacqua, volendo seguire da vicino gli accadimenti e mettersi a disposizione per ogni eventuale necessità. Ma non hanno potuto fare altro che prendere atto della situazione e tutt’al più ragionare, come hanno fatto, sul come potesse essersi verificata. Nella consapevolezza che si sarebbe potuto saperne di più e meglio soltanto a seguito di un’attenta ispezione della barca, una volta tirata fuori dall’acqua.

L’ipotesi di un atto vandalico viene al momento esclusa, anche se non del tutto accantonata. Più realisticamente si pensa ad un incidente dovuto al crearsi nello scafo di una falla da cui Adriana III avrebbe imbarcato tanta acqua con conseguente inabissamento. Il tutto nella notte di martedì scorso dopo le 21,30, perché c’è stato chi ha riferito di averla vista galleggiare a quell’ora. L’assessore Senzacqua fa sapere che il motopeschereccio appartiene alla società “MarinaRo” e che da circa due mesi era agli ormeggi a causa del fermo pesca e del caro gasolio. Probabilmente la mancata cura e l’assenza di controllo in questo periodo potrebbero essere annoverate tra le cause del crearsi della falla esiziale. La società ’MarinaRo’ tra altro sembra che avesse maturato la decisione di disfarsene proprio per gli alti costi del carburante e che in questi giorni era in attesa di qualcuno che, interessato all’acquisto, sarebbe dovuto venire a vederlo.

Secondo il tecnico sommozzatore Ciaffardoni: "Il danno non è grave e il natante recuperabilissimo. Si tratta di metterlo a secco, lavare il motore e tappare l’eventuale falla, per un costo di qualche migliaia di euro". Soldi peraltro che Marina.Ro dovrebbe tirar fuori dalla proprie tasche perché pare che l’imbarcazione non fosse assicurata: "Non è grave il danno – specifica Ciaffardoni – perché il motore era spento. Se fosse stato in moto sarebbe stato irrecuperabile".