"Murri, nulla è cambiato dopo il lockdown"

Il segretario della Cisl Fp Donati: le parole sono rimaste tali, niente ricollocazione delle casse Cup e barriere di plexiglass.

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Dopo il lockdown doveva cambiare tutto. E invece, per la sanità fermana, poco è nulla è cambiato e anzi la situazione si è fatta ancora più complessa. Lo sottolinea Giuseppe Donati, segretario Cisl Fp, che ricorda come la ripartenza per Fermo passi per ben 4mila interventi rinviati nei mesi scorsi causa covid e oggi da recuperare: "A vedere come è andata la ripartenza post Covid, sembra che i vertici sanitari regionali e locali abbiano promesso tanto, nel senso di misure di prevenzione e di potenziamento dei servizi ma purtroppo stanno facendo poco o nulla. Anzi, il rischio che si corre, è che l’onere e il peso di rispondere agli enormi disagi degli utenti, venga regolamento scaricato sugli operatori di prima linea".

Secondo il sindacato, la direzione di Area Vasta 4 aveva concordato con i sindacati misure di sicurezza e riorganizzative a tutela dei lavoratori e dei pazienti, ad oggi rimaste quasi tutte sulla carta: "Si parlava di controlli con termoscanner avanzati all’entrata dei presidi sanitari, ricollocazione delle Cassa Cup per evitare l’entrata degli utenti in ospedale, totem informatici digitali per autocertificazioni con il deposito della tessera sanitaria per monitorare i visitatori del Murri, barriere di plexiglass in tutti gli uffici in cui entra utenza, campagne informative massicce per educare la popolazione, ecc. Tante aspettative alle quali ha fatto seguito una cocente delusione, visto che nemmeno si riesce a comprare le barriere di plexiglass per gli uffici del personale di via Zeppilli. Nonostante avesse assicurato il contrario, il direttore di Area Vasta 4 ha riaperto le Casse Cup proprio dove aveva detto che non avrebbe fatto, cioè all’interno del Murri. Gli utenti fanno file enormi anche sotto il sole cocente per entrare li, dove sarebbe opportuno non entrassero cioè in ospedale. Non parliamo poi dello sportello di anagrafe sanitaria presso l’ex Inam di via Gigliucci. Il povero vigilantes, messo lí come frontiera, si ritrova ogni mattina dalle 30 alle 40 persone asserragliate negli spazi ridotti della sala d’attesa del Poliambulatorio perchè fuori non vogliono attendere visto il sole battente". Intanto, spiega la Cisl, mancano posti letto, non si sa quando torna geriatria al Murri, manca il personale: "Pediatri, anestesisti, medici di Pronto Soccorso ma soprattutto Infermieri, Oss, Tecnici Sanitari, amministrativi per front office. Quanto si può andare avanti così?".