
Corso Baccio circondato dai cantieri: negozi che chiudono e residenti sconsolati
Fermo, 11 maggio 2025 – Parlare di un centro storico come quello elpidiense, significa far riferimento a un antico incasato oggi martoriato da una quantità di cantieri che ne stanno compromettendo e condizionando fortemente la vivibilità ma che promettono di ridare nuova luce e una veste finalmente rigenerata ad immobili finora fatiscenti e inutilizzati. Un centro storico in cui residenti e i commercianti, lungi dal farsi affascinare dai sogni grandiosi e sfarzosi che stanno mettendo sul tavolo i candidati sindaci, ogni giorno guardano sconsolati il selciato del Corso Baccio, vistosamente sconnesso e avvallato, che perde continuamente pezzi, nonostante sia stato realizzato in tempi neanche troppo lontani: “Ma non ci azzardiamo neanche a proporre di sistemarlo perché significherebbe chiudere di nuovo il Corso Baccio e, soprattutto per i commercianti, sarebbe davvero la fine” confidano.
E allora, resta la consapevolezza che questo Corso Baccio, le piazze, compresa quella principale, bisogna tenerseli così come sono e conviverci, anche perché spulciando i programmi elettorali di provvedimenti per sanare un problema destinato solo a peggiorare, non ce n’è traccia, eccezion fatta per la volontà dichiarata da alcuni candidati almeno di interrare i cavi elettrici.
Molti i palazzi pubblici in fase di restauro e riqualificazione: “Per farci cosa? Ce lo chiediamo visto che nessuno ci chiede nulla, nessuno ci fa sapere. Benvenga che si riqualifichi il centro storico ma poi, che vogliono fare?”. E intanto, i negozi chiudono, chi resta fa fatica ad andare avanti e qualcuno che, dopo anni di impegno, sacrifici e investimenti, comincia a guardarsi intorno valutando eventuali cambi di gestione o, addirittura, chiusure.
Parlare con negozianti e con chi abita tra le antiche mura significa raccogliere sfoghi amari di chi comunque questi luoghi li ama, continua a vederne il potenziale, a investirci nonostante tutto. E soprattutto, significa toccare con mano un certo disinteresse verso quelle proposte da libro dei sogni in stile campagna elettorale. Sì perché, per centro storico, a più voci si chiedono interventi strutturali, si chiede intanto di fare ‘l’abc’, ovvero quelle azioni minime, semplici, che diano il segnale di una agognata inversione di tendenza e che non richiedono chissà quali investimenti. D’altra parte, poco si potrebbe comunque fare visto che nel rendiconto del bilancio, alla voce investimenti corrispondono ‘zero’ euro.