Nel 2030 in provincia 7mila lavoratori in meno

Migration

La provincia di Fermo nel 2030 potrà contare su una forza lavoro drasticamente ridotta rispetto ad oggi. Infatti mancheranno 7.010 addetti che nel 2030 avranno un’età compresa tra i 15 e i 64 anni. Un decremento che in termini percentuali è pari a -6,6%. Saranno, invece, 885 i giovani lavoratori che avranno un’età compresa tra i 15 e i 29 anni e in questo caso la flessione in termini percentuali si attesta a -3,6%. Infine, sarà pari a -6125 il numero dei lavoratori con un’età compresa tra i 30 e i 64 anni che in termini percentuali si traduce in un -7,5.

Una situazione che rischia di compromettere ulteriormente la già difficile situazione occupazionale nella provincia di Fermo. Infatti, attualmente, sono sempre più numerose le aziende che richiedono dipendenti senza riuscire a trovarli. Una situazione, quindi, destinata a compromettere il futuro stesso di molte realtà che operano nel fermano, ma anche di quelle che hanno scelto la provincia marchigiana per creare nuovi stabilimenti. Basti pensare, ad esempio, alle aziende del lusso che hanno deciso di aprire nuove sedi principalmente con l’intenzione di poter contare sull’abilità della manodopera specializzata nel settore calzaturiero. La fotografia sulla situazione del fermano è scattata grazie ad un’elaborazione dei dati Istat realizzata da quotidiano ’Il Sole 24’ che ha pubblicato il dossier nell’edizione di ieri. Le cause, secondo le analisi compiute dagli studiosi, sono riconducibili all’invecchiamento della popolazione ulteriormente aggravata da due componenti fondamentali la denatalità e i trend migratori. Non saranno penalizzati tutti i territori italiani ma solo alcuni di loro principalmente localizzati nel sud dell’Italia. Ad esempio le aree più ricche del Paese in termini di Pil continueranno ad essere attrattive soprattutto per la migrazione interna dei giovani. Per i territori, quindi, si apre nuoa nuova sfida che si tradurrà nella capacità di attrarre soprattutto i giovani.

v. b.