Nelle zone industriali si può pagare meno Imu

Il consigliere Marcotulli: riduzioni fino al 50% ma nessuno lo sa. Il Catasto ha istituito una nuova categoria. Il Comune dovrebbe informare

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Risparmiare fino al 50% di Imu per i capannoni artigianali esistenti nelle zone industriali della città è possibile: "Basta una semplice procedura di variazione al Catasto, per risolvere il problema e, appunto, risparmiare sull’Imu" spiega il consigliere Giorgio Marcotulli. "Si tratta di un problema che si registra nella stragrande maggioranza dei capannoni delle due zone industriali che sono stati accatastati con C3, ovvero laboratori. Ma il Catasto, ha istituito, da tempo, una categoria D, per classificare gli opifici che consentirebbe di abbattere i costi dell’Imu, ma di questo sono pochissimi ad essere informati" prosegue. Risultato: solo nella zona industriale sud, stando a un conteggio approssimativo, sarebbero circa 25 i capannoni interessati da questo discorso, per un totale di 80 immobili (e altrettante imprese considerato che, a volte, in una stessa costruzione gli spazi sono frazioni e vi hanno sede più attività). Sono tutte aziende medio piccole che potrebbero beneficiare di un vantaggio nel pagamento delle imposte ma che, non essendo a conoscenza di questa opportunità, continuano pagare la tariffa piena dell’Imu. Chi avrebbe dovuto informarli della novità e delle conseguenti agevolazioni che avrebbe comportato? "Avrebbe dovuto farlo il Comune ma consideriamo che, se gli immobili restano nella categoria C, gli introiti vanno tutti nelle casse comunali, mentre se li si fanno rientrare nella categoria D, l’80% degli incassi va allo Stato e il resto va al Comune" spiega Marcotulli, sostenendo che questa opportunità può essere allargata anche alle attività commerciali dove, ugualmente, è possibile effettuare la variazione catastale. "Ad occuparsi di queste pratiche sono i tecnici. Presentare una richiesta di variazione al Catasto, comporta un gran lavoro dal punto di vista tecnico, ma alla fine le aziende ne traggono benefici significativi" conclude Marcotulli.

Marisa Colibazzi