Nigeriano ucciso a Fermo, "Amedeo Mancini è distrutto"

L'avvocato dell'ultrà fermato: "Non voleva uccidere". Don Vinicio Albanesi: "Ho promesso alla moglie di Emmanuel che la farò diventare medico"

Don Vinicio (a destra) e la comunità di ragazzi nigeriani di cui faceva parte Emmanuel Chidi (Foto Zeppilli)

Don Vinicio (a destra) e la comunità di ragazzi nigeriani di cui faceva parte Emmanuel Chidi (Foto Zeppilli)

Fermo, 7 luglio 2016 - "Amedeo Mancini è distrutto dal dolore, non voleva uccidere Emmanuel". L'avvocato Francesco De Minicis, che difende l'ultra fermato per la morte del nigeriano, racconta lo stato d'animo del suo assistito. 

"Non si aspettava che il pugno sferrato al migrante avesse questo effetto, - prosegue il legale - e colloca l'episodio in un contesto difensivo", come sostenuto da una testimone

Mancini è titolare di una grossa azienda zootenica a Fermo, che conta una cinquantina di tori. E' un volto noto della tifoseria ultras della locale squadra di calcio.

L'altra faccia di questa tragedia è quella di Chimiary, la moglie di Emmanuel Chidi Namdi (leggi qui il suo racconto della vicenda). "A me ha detto che vuole morire", racconta don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco. 

"Ora le ho promesso che la farò diventare medico, - prosegue il sacerdote - perché quando era in Nigeria studiava Medicina e ha dovuto lasciar perdere dopo essere fuggita dal suo paese. Al momento è l'unico 'gancio' che ho per cercare di recuperarla.