No vax morta di Covid: cercava le cure sul web

Lettera di pentimento alla figlia quando era intubata. Lo sconforto del primario: "Il suo medico e la famiglia la volevano ricoverare prima"

Il reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Fermo guidato da Luisanna Cola

Il reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Fermo guidato da Luisanna Cola

Fermo, 24 gennaio 2022 - Quattordici giorni per morire, in una brutta giornata di metà gennaio. È ancora fortissima l’impressione che ha provocato la scomparsa di Eleonora Cossidente, 66 anni, originaria di Monte Urano, morta per Covid all’ospedale Murri dove si trovava nel reparto di Terapia Intensiva. Troppo tardi era arrivata al ricovero, lei che non aveva voluto vaccinarsi.

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Quando è peggiorata è finita direttamente in Terapia intensiva, la responsabile del reparto, Luisanna Cola, parla di una storia dolorosa: "Una delle tante che respiriamo in questo momento. Purtroppo quando è arrivata da noi era ormai tardi. Aveva fatto l’ossigeno a casa per diversi giorni, malgrado il suo medico e la famiglia la spingessero al ricovero".

Quel ricovero che lei proprio non voleva. La figlia Elisa ha raccontato che la mamma, una donna solare e piena di voglia di vivere, amata da tutti, era da tempo attaccata al telefono, a cercare conforto alle sue paure, a fidarsi di chi si dichiarava ‘medico no vax. Si è ammalata ed è peggiorata in pochi giorni, faticava a respirare ma temeva il ricovero, lo ha ritardato fino all’ultimo.

Elisa non si dà pace, tutta la famiglia ha provato a convincerla, oggi la figlia si batte e porterà la sua storia anche in televisione, per dire che il Covid uccide, che Eleonora non era fragile di salute, che aveva ancora tanta vita davanti. Che non si può finire così, dopo quattordici giorni di ricovero disperato, intubata in terapia intensiva, con le preghiere che si fanno inutili e le speranze ridotte a niente.

Eleonora non aveva rifiutato le cure, si era affidata alla fine perché sentiva che la vita le sfuggiva, si è resa conto di aver sbagliato. Ha anche scritto una lettera alla figlia, ammettendo i suoi errori. C’è anche chi rende la vita difficile ai medici in questi giorni, chi non vuole il casco per respirare, chi resta fermo sulle sue posizioni, a negare un problema fino all’ultimo. Sono cinque oggi le persone in terapia intensiva, nel reparto di malattie infettive si oscilla sempre tra 29 e 30 pazienti, i meno gravi vanno a Campofilone e Sant’Elpidio a Mare, dentro una lotta che i medici stanno affrontando, portandosi dietro la tristezza di vite perse, come quella di Eleonora.