"Noi già in difficoltà per le materie prime"

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Le aziende agricole dell’area montana oltre alla difficoltà derivate dall’aumento dei prezzi di materie prime, devono fare i conti con i danni provocati dai cinghiali e ora si aggiunge anche il rischio della peste suina. "La preoccupazione c’è – commenta Lorenzo Monsignori dell’omonima azienda di Montefortino – non possiamo nasconderlo anche se al momento non ci sono segnalazioni in tal senso. Il problema vero che evidenziamo da anni è quello della presenza sempre più ingombrante dei cinghiali. Si vedono branchi di cinghiali di 60-70 capi scorrazzare nei campi, quello che tu semini loro devastano in poco tempo, tanto che alcuni tipi di prodotti non vengono proprio presi più in considerazione. Inoltre ci sono stati aumenti consistenti delle materie prime e dei prezzi dei prodotti di semina, in queste condizioni le attività stanno facendo enormi sacrifici per andare avanti. Faccio un esempio: ho dovuto recintare con rete elettrificata 3 ettari di cereali, che mi servono per alimentare i miei animali e sono essenziali, è assurda una cosa del genere, sprechiamo tempo e risorse per proteggere prodotti che sono necessari alla sussistenza dell’attività". Queste sono le condizioni di partenza, nel caso arrivasse la peste suina, il quadro generale subirebbe un aggravio consistente che andrebbe a pesare sull’economia dell’intero territorio. "Se arriverà la peste suina – conclude Monsignori - dovremmo abbattere tutti i capi, e non potremo neppure coltivare il terreno per un certo periodo di tempo. Questo significa che sarà più difficile reperire carne". Si innescherebbe una reazione a catena. Le aziende agricole sarebbero messe in estrema difficoltà, tanto che per evitare di andare in passivi si potrebbe arrivare alla chiusura. Parallelamente anche alcuni prodotti locali subirebbero l’incremento dei prezzi rivolti al consumatore.

a.c.