
Le violazioni dei due 30enni stranieri non sono sfuggite ai poliziotti della squadra mobile che li hanno catturati e arrestati
Avevano violato gli arresti domiciliari e il divieto di dimora nel territorio provinciale, ma la cosa non è sfuggita ai poliziotti della squadra mobile che li hanno catturati e arrestati. In manette sono finiti due 30enni stranieri a seguito di altrettante ordinanze di carcerazione a seguito di un aggravamento delle esigenze cautelari. Il primo arresto ha riguardato un giovane, con precedenti specifici per spaccio di stupefacenti, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari a Porto Sant’Elpidio. Anziché rispettare le prescrizioni imposte, l’indagato era uscito in orari non consentiti per incontrarsi con altre persone, non curante dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria. I continui servizi di appostamento degli uomini della squadra mobile, unitamente ai controlli della polizia locale di Porto Sant’Elpidio, hanno consentito di delineare una condotta antigiuridica dell’indagato che passeggiava tranquillamente per le vie del centro cittadino. Per tali motivi, il gip del tribunale di Fermo ha ritenuto di applicare la più severa restrizione in carcere, valutata la pericolosità del 30enne e la sua inclinazione alla commissione dei reati. Infatti, all’arrestato è stata anche contestata la recidiva specifica infraquinquennale per spaccio, poiché in più occasioni è stato arrestato dalla polizia con addosso diverse dosi di cocaina, di eroina e di hashish, già confezionate e pronte alla vendita. Addirittura, lo scorso settembre, quando era stato tratto in arresto per il delitto di spaccio, aveva estratto dalla tasca del pantalone un coltello di tipo a serramanico, tentando di aprirlo con l’intenzione di colpire gli agenti intervenuti.
Il secondo arresto è avvenuto nei confronti di un altro 30enne indagato per reati contro la persona, che aveva stalkerizzato una donna, insultandola e minacciando di farle del male, per motivi legati alla sua attività di volontariato. Anche in questo caso, l’aggravamento della misura cautelare è dipeso da un comportamento aggressivo e minaccioso, realizzato nei primi giorni di febbraio, nei confronti degli agenti che avevano proceduto ad un controllo. In quell’occasione, l’arrestato aveva minacciato gli agenti della squadra volanti di utilizzare un coltello.
f.c.