Omicidio Marilungo, svolta nelle indagini. Cinque indagati

Sant'Elpidio a Mare, nel mirino due stranieri e tre italiani. Hanno usato il furgone notato sul luogo del crimine

Nel riquadro, la vittima della rapina a Sant'Elpidio a Mare, Stefano Marilungo (Zeppilli)

Nel riquadro, la vittima della rapina a Sant'Elpidio a Mare, Stefano Marilungo (Zeppilli)

Sant'Elpidio a Mare (Fermo), 22 gennaio 2019 - Svolta nelle indagini sull’omicidio di Stefano Marilungo, il 65enne di Sant’Elpidio a Mare ucciso a bastonate durante una rapina all’interno della ditta di onoranze funebri che gestiva con il fratello Sergio. Ci sono infatti cinque indagati, due stranieri e tre italiani, che sono finiti nel mirino degli inquirenti dopo un’attenta e certosina analisi delle telecamere comunali che praticamente controllano ogni angolo del paese.

Oltre ai comandi provinciali dei carabinieri di Fermo e Ascoli Piceno, in campo è sceso anche il nucleo investigativo del Ros di Roma, che ha setacciato, oltretutto, i tabulati telefonici della vittima e le celle agganciate dai cellulari delle persone al momento attenzionate.

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I cinque hanno in uso il furgone che è stato notato arrivare e, quindi, allontanarsi dal paese in orari compatibili con quelli dell’uccisione di Marilungo. Ora non resta che attendere le comparazioni con le impronte digitali e con il dna rinvenuti sulla scena del crimine.

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L’esame sul materiale sequestrato nel corso del sopralluogo dei carabinieri, dei rilievi tecnici e di repertamento, sarà effettuato il 5 febbraio nei laboratori del Ris di Roma. Intanto il sostituto procuratore Francescca Perlini ha conferito l’incarico al consulente tecnico informatico Luca Russo per effettuare la perizia sul telefonino della vittima. Una perizia che potrebbe dare indicazioni importanti sulle frequentazioni di Marilungo.

Gli inquirenti, infatti, escluse le piste della concorrenza professionale e dell’usura, hanno concentrato la loro attenzione su chi, tramite qualche conoscenza della vittima, possa aver appreso del denaro che l’imprenditore elpidiense teneva nascosto nella palazzina dove viveva e dove aveva sede la ditta.

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La tragedia si era consumata il 28 aprile scorso quando in tre avevano suonato al campanello dell’impresa funebre Marilungo di Sant’Elpidio a Mare e, con il volto scoperto, si erano presentati sostenendo di avere bisogno di un funerale per un loro parente. Una volta dentro, avevano minacciato uno dei proprietarie e gli avevano intimato di consegnare loro tutto il denaro presente nella sede dell’azienda.

Poi, nel tentativo di farsi rivelare il nascondiglio dei soldi, lo avevano imbavagliato e picchiato a morte. Subito dopo era sceso il fratello Sergio e anche lui era stato malmenato e legato.