Omicidio Porto Sant'Elpidio, chi era Mihaita Radu

Il titolare dello scatolificio Sgrilli di Castellano: un ragazzo serio, affidabile e rispettoso. La Croce Verde: faceva servizio da noi

Omicidio Porto Sant'Elpidio, la vittima: Mihaita Radu

Omicidio Porto Sant'Elpidio, la vittima: Mihaita Radu

Porto Sant'Elpidio (Fermo), 18 febbraio 2020 - «La notizia che abbiamo avuto questa mattina (ieri, ndr) ci ha lasciato un grande senso di smarrimento. Noi lo conoscevamo e lo stimavamo come un lavoratore impeccabile e la sua tragica fine ha fatto sorgere in noi mille domande. Chi era veramente questa persona?». Parole di Paolo Sgrilli, titolare dello scatolificio Sgrilli di Castellano, frazione di Sant’Elpidio a Mare, l’azienda in cui lavorava da cinque anni Mihaita Radu, il 31enne di origine rumena trovato privo di vita ieri mattina nelle campagne elpidiensi, riverso sul ciglio della strada in via raccordo Pian di Torre.

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«A lavoro Mihaita era un ragazzo estremamente serio, abile ed affidabile oltre che gentile e rispettoso – prosegue Sgrilli –. A volte mi ha dato una mano anche per qualche lavoretto domestico fuori dal lavoro e anche in quelle occasioni dimostrava di avere le mani d’oro. Un ragazzo attento e preciso». Un rapporto esclusivamente in ambito lavorativo quello fra Sgrilli e Radu: «Una volta chiusa la fabbrica non conoscevo molto della sua vita privata e delle sue frequentazioni. Sapevo che all’inizio della scorsa estate si era separato dalla compagna, anch’essa di origine rumena, dalla quale aveva avuto un figlio di 6 anni, e che viveva da solo in un appartamento a Porto Sant’Elpidio in via Elpidiense. Per il resto era una persona molto riservata».

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Sgrilli aggiunge anche qualche altro particolare che può aiutare a tracciare il ritratto di questo ragazzo ucciso così brutalmente. «Prima di Natale – racconta – aveva acquistato la macchina nuova ed era molto contento di aver raggiunto questo obbiettivo raggiunto. Dai suoi occhi però traspariva spesso un velo di tristezza forse provocato proprio dalla separazione perché raccontava di tenere molto alla famiglia». Prima di iniziare la sua esperienza lavorativa nella scatolificio Sgrilli, Radu aveva avuto dei precedenti con la giustizia: «Ne eravamo al corrente – precisa Sgrilli –. Il processo si è svolto mentre stava già lavorando con noi e da parte nostra abbiamo cercato di dargli una mano mettendolo in contatto con un avvocato. Una vita non può essere segnata da errori commessi in gioventù e quindi abbiamo cercato di riabilitarlo anche attraverso il lavoro».

Dopo essere entrato in contatto con la Croce Verde cittadina proprio per un periodo di lavori socialmente utili, Radu aveva deciso di proseguire come volontario la sua esperienza nella pubblica assistenza dedicando un po’ del tempo che aveva agli altri. «Faceva servizio saltuario da poco tempo ma da circa un mese non veniva più a svolgere attività – raccontano dalla Croce verde –. Per quel poco che abbiamo potuto percepire in questo periodo ci era parsa una persona molto riservata e al tempo stesso corretta, precisa e sempre disponibile». Anche in città era abbastanza conosciuto e di lui si raccolgono solo impressioni e pareri positivi.