Paure e ansie degli immigrati Chiediamoci perché lasciano il loro Paese

Con la nostra professoressa abbiamo parlato delle migrazioni, ma da un punto di vista diverso da quello che siamo abituati a vivere. Ovunque si parla del numero di immigrati che affollano le nostre spiagge o che muoiono nei nostri mari, ma sembra che queste notizie ci scivolino addosso senza riuscire ad intaccare la corazza del nostro cuore. Così a scuola ci siamo posti una domanda: forse semplicemente non siamo in grado di metterci nei loro panni? Per questo motivo la nostra professoressa ha provato a farci vivere le loro paure, le ansie, simulando una situazione di emergenza. La guerra nel nostro paese, il rombo degli aerei che squarcia la tranquillità delle nostre vite, distruggendo le nostre ‘tiepide case’. Occorre agire subito. Il nostro compito: scegliere dieci oggetti da portare con noi in uno zaino. Detto così non sembra poi così difficile, ma anche noi come loro non sapevamo che fine avremmo fatto, per quanto tempo saremmo dovuti scappare o tanto meno se avremmo trovato un posto dove stare tranquilli.

È stato veramente molto difficile scegliere in così poco tempo quello da portare con noi, ed il solo pensiero di lasciare la casa in cui siamo cresciuti, i nostri familiari o amici è stato angosciante e ci ha portato a riflettere su quanti, ogni giorno, si sentano in diritto di criticarli, insultarli, senza pensare alla difficoltà di dover lasciare tutto. Chiediamoci il perché siano costretti a lasciare il loro paese. Si parla sempre di numeri, di arrivi e partenze ma mai delle guerre, delle discriminazioni di genere, dello sfruttamento minorile che li costringe ad una scelta tanto tremenda. Il nostro compito di ragazzi, quindi, è ricordare il loro esempio per abbattere i muri, togliere il filo spinato che separa gli Stati ed imparare a costruire altalene di condivisione.

Classe III C