FABIO CASTORI
Cronaca

Perseguita la sorella: stalking per l’eredità

Un 50enne fermano all’indomani della scomparsa del genitore ha iniziato con una valanga di messaggi e lettere sotto la porta di casa: a processo

La donna si è rivolta alla questura

La donna si è rivolta alla questura

Fermo, 15 febbraio 2025 – Invece di essere affranto per la morte del genitore, aveva iniziato a perseguitare la sorella. Il motivo? La spartizione dell’eredità. Un atteggiamento che ad un 50enne di Fermo è costato prima l’ammonimento del questore, poi il rinvio a giudizio. L’uomo dovrà ora comparire davanti al giudice del tribunale di Fermo per rispondere del reato di stalking.

Andiamo per ordine però. Tutto era iniziato quando una donna, recandosi presso l’ufficio prevenzione generale della questura, aveva presentato un’istanza di ammonimento nei confronti del fratello. Il personale specializzato della Divisione anticrimine aveva analizzato immediatamente la documentazione prodotta dalla vittima, constatando che il fratello, all’indomani della morte del loro genitore, per questioni legate all’eredità e la spartizione dei beni, aveva iniziato ad assumere atteggiamenti persecutori nei confronti della sorella, comportamenti prevaricatori consistenti nell’invio di messaggi sulla piattaforma whatsapp, manoscritti recapitati sotto il portone di casa della donna, anche di contenuto offensivo, lasciati sul campanello di casa.

Tali comportamenti avevano provocato alla donna stati di ansia e di paura con conseguente rimodulazione delle sue abitudini di vita, tanto che lei, anche solo per uscire di casa, si accertava prima che non ci fosse il fratello nelle vicinanze della sua abitazione. I poliziotti della Divisione anticrimine avevano svolto, quindi, un’accurata istruttoria, analizzando anche le memorie difensive prodotte dal fratello della donna, arrivando alla conclusione che l’istanza era più che fondata.

Il questore aveva emesso così, nei confronti del 50enne, il provvedimento di ammonimento per atti persecutori. La donna, come previsto dalle linee guida, era stata convocata presso gli uffici della questura ed era stata informata della presenza di centri antiviolenza presenti sul territorio provinciale e di tutte le forme di tutela previste per le vittime di episodi di violenza di genere. All’ammonito era stato invece comunicato della possibilità di rivolgersi a titolo gratuito ai servizi sociali del Comune di Fermo o ai centri specializzati presenti sul territorio, come previsto dal protocollo Zeus, per intraprendere un percorso di recupero dei maltrattamenti e di riabilitazione del proprio vissuto.