Pic pesca rinnovato, aperto e abbandonato

L’immobile non è utilizzato nonostante l’investimento di oltre 300mila euro per sistemarlo.

Pic pesca  rinnovato, aperto  e abbandonato

Pic pesca rinnovato, aperto e abbandonato

"È chiaro che cercheremo di far conoscere e di valorizzare i nostri lavori, quali la mitilicoltura, la piccola pesca, la pesca delle vongole, lo strascico, ne daremo spiegazione ai ragazzi delle scuole e a chi ha interesse di venire a conoscere il nostro mondo". Ad affermarlo Basilio Ciaffardoni del Cogepa (Consorzio gestione pesca artigianale) in occasione dell’inaugurazione della riqualificata struttura del Pic Pesca, sul molo foraneo del porto peschereccio, effettuata dalla passata amministrazione. Costo oltre 300.000 euro. Soldi che secondo la stessa amministrazione passata era opportuno e necessario spendere per recuperare un immobile da anni inutilizzato e in abbandono, quindi destinato al degrado, in tal modo tradendo le finalità per le quali era stato costruito con fondi europei, vale a dire offrire dei servizi ai pescatori e attivare iniziative di ittiturismo. In attesa di definire le regole d’ingaggio in base alle quali effettuare un’evidenzia pubblica per affidarne la gestione, l’Amministrazione affidò in via provvisoria per un anno la struttura rimessa a nuovo a quattro realtà associative della marineria: il già citato Cogepa di Ciaffardoni, il consorzio vongolari, l’associazione armatori e la cooperativa Recchioni. Ma in assenza di precise indicazioni su come muoversi e cosa fare nei due anni trascorsi dall’inaugurazione non s’è mossa paglia e per il Pic pesca, benché rinnovato, è ripartito il percorso dell’inutilizzo e dell’abbandono. Ma quanto sei costato alla comunità! La nuova amministrazione dà l’impressione di non volersene interessare più di tanto, quasi per non dare valore e soddisfazione a dei lavori finanziati ed eseguiti da chi l’ha preceduta. Ed è un vero peccato che anche il Pic Pesca appaia a fare la fine della cattedrale nel deserto.

La sollecitazione perché ciò non avvenga e si ponga mano alla risoluzione del problema non può che essere rivolta all’assessore alla pesca, Fabio Senzacqua. Tra l’altro, facendo parte lui stesso della marineria, dovrebbe avere a cuore più di altri la necessità e l’urgenza di intervenire. Nella considerazione anche che le cose da fare sono abbastanza semplici e a costo zero, consistendo essenzialmente nel definire il tipo di attività svolgervi, peraltro già stabilite come condizione per ottenere il finanziamento europeo e, poi, indire la gara di appalto per l’affidamento della gestione.

Silvio Sebastiani