
Parla sempre di speranza e di dignità il vescovo emerito Armando Trasarti, quando racconta la sua esperienza nel carcere di...
Parla sempre di speranza e di dignità il vescovo emerito Armando Trasarti, quando racconta la sua esperienza nel carcere di Fermo dove si è fatto cappellano tra gli ultimi. Lo ha ricordato anche al santuario della Misericordia, in occasione delle celebrazioni per San Basilio Martire, patrono della polizia penitenziaria, il santo che accompagnò una giovane alla pena capitale, per essersi dichiarata cristiana. Lui stesso si face perseguitare e resta oggi simbolo di compassione e di speranza: "Sono le parole che guidano anche il nostro lavoro, ha sottolineato la direttrice del carcere, Serena Stoico, garantire la legalità e presidiare il riconoscimento dei diritti delle persone detenute, diffondendo sempre speranza nel rispetto delle regole. Il pensiero va a tutti gli uomini e le donne che lavorano a Fermo, alle loro famiglie, ai pensionati, a coloro che non ci sono più. Oggi per noi è anche una giornata doppiamente importante, salutiamo con riconoscenza il commissario capo Nicola Quadraroli e accogliamo il nuovo comandante, Antonio Mottola a cui diamo il nostro benvenuto". Presente il prefetto Edoardo D’Alascio che ricorda lo spirito di abnegazione che si respira tra i lavoratori del carcere di Fermo, con la direttrice sempre impegnata ad organizzare momenti di apertura alla città, di concerto con la Prefettura stessa, e attività trattamentali insieme con le educatrici e il personale di polizia penitenziaria. Il vescovo Trasarti ha ribadito: "Un lavoro difficile e delicato quello degli agenti, a tutti i lavoratori di queste strutture va data dignità. Dentro al carcere non ci sono telefoni per chiedere aiuto ma sguardi di speranza che dobbiamo saper cogliere. Serve dignità per le persone detenuto e anche per i famigliari che vanno in visita e che sono indubbiamente carichi di sofferenza".