Poveri in crescita ogni anno e la metà di chi chiede aiuto è italiana

Sono per lo più italiane le persone che chiedono aiuto alla Caritas, almeno il 50 per cento di chi è in difficoltà è nato in Italia. Hanno bisogno di una casa, la Diocesi di Fermo comprende anche Civitanova dove è stata organizzata una casa della carità e dove sono state accolte una ventina di persone. A Fermo e a Potenza Picena ci sono appartamenti che hanno dato appoggio a dieci persone, sei le persone alloggiate temporaneamente in una struttura ricettiva, 69 le famiglie sostenute nelle spese di casa: "Portiamo sempre avanti un accompagnamento alla persona, perché ci sia un percorso lavorativo che consente di mettere in moto il proprio vissuto", aggiunge la direttrice della Caritas, Arrivano situazioni veramente al limite, importante ascolto e vicinanza, il nostro è un contributo anche minimo ma in un lavoro di rete e di relazione si possono dare risposte più concrete. Ci aspettiamo col caro bollette richieste forti, a volte riusciamo a fare poco, vediamo famiglie locali, quelle della porta accanto, ci richiedono il senso della comunità, per camminare insieme".

L’appello finale è del vescovo Pennacchio: "L’attività ordinaria è legata a povertà che non si risolvono anche se c’è sempre lo sforzo a far superare il problema, poi c’è il binario delle emergenze, degli impoveriti, quelli che fino al giorno prima non avevano problemi economici, profughi, terremotati, vittime di guerra, sono impoveriti che non si riesce a prevedere sempre. Dal 2020 al 2021 c’era già crescita, supponiamo che il 2022 porterà un altro incremento forte dovuto alla crisi ucraina e all’aumento dei costi bollette. Speriamo che l’emergenza covid che si era palesata fino al 2021, grazie ad una certa ripresa economica possa ridurre la richiesta di interventi ma i dati in itinere hanno dentro volti e storie. Facciamo appello a nuovi volontari con energia nuove e per capire le nuove frontiere della marginalità. Tutte le attività delle diocesi vicine sono grosso modo simili alla nostra, non ci sono diocesi inattive. Quello che percepisco è che abbiamo bisogno di far crescere la sensibilità verso un impegno di volontariato soprattutto nei più giovani. Serve un ricambio generazionale, questo è quello che vorrei chiedere al territorio, di aprire una banca del tempo che dia la disponibilità di qualche ora alla settimana, rivolgendosi al centro diocesano, per abbassare l’età media, per costruire il futuro della carità". Domenica prossima si celebra la giornata mondiale dei poveri, un giorno speciale, per riflettere su quello che accade, per sognare un mondo dove non ci sia più bisogno della Caritas.

a.m.