"Quell’acero, storia della città"

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Fermo perde una delle sue bandiere verdi. A dirlo è un grande esperto, Valido Capodarco, che studia da sempre gli alberi monumentali e ha scritto numerosi testi sull’argomento. Oggi commenta così la perdita dell’acero di piazzale Azzolino (nelle foto com’era e com’è): "Il mio interesse per quella pianta è antico, anche se le dimensioni non rispondevano a quelle richieste ad un acero per essere dichiarato monumentale, avevo provato a farlo inserire fra gli alberi sottoposti a tutela in base alla legge 10 del 2013, insieme ai cinque alberi già censiti in comune di Fermo e ad altri da aggiungere, per i suoi pregi estetici per i trascorsi gloriosi della pianta. Si racconta, infatti, che in passato l’acero facesse coppia con un suo fratello posto, in modo simmetrico, sull’altro lato del piazzale. A salvarlo, quando l’altro acero venne tagliato, sarebbe stata l’azione energica e risoluta di Valeriano Chioma, un commerciante che aveva il suo esercizio sullo stesso piazzale. Si era diffusa la notizia, perfino, che il commerciante si fosse legato alla pianta per impedirne l’abbattimento, ma è solo una leggenda".

Capodarco spiega che c’era stato un altro tentativo di abbattimento nel 2016 e l’acero aveva perduto un grosso ramo nell’aprile precedente: "Notizia non vera ma la salute dell’albero aveva subito un tracollo, da allora il calvario del povero acero ha continuato il suo penoso cammino. Due giorni fa sono stati amputati tutti i rami, a questo punto della storia, sulla falsariga di quanto effettuato da altre autorità comunali nei confronti di un albero che ha fatto la storia della città, io proporrei che venga lasciato in piedi il totem così com’è, analogamente a quanto ha fatto Montegiorgio, nel 1987, con il relitto di Cerquabella".