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Cronaca

Quelle guerriere ’Infinitae’. Volontarie in campo contro il tumore al seno: "Insieme vinceremo"

Una nuova associazione e la prima uscita pubblica nella sala conferenze della Croce Verde, mai così gremita. Presenti tutti: dagli amministratori, alle associazioni e a tantissimi cittadini.

Quelle guerriere ’Infinitae’. Volontarie in campo contro il tumore al seno: "Insieme vinceremo"

di Angelica Malvatani

Costruire un’idea di futuro, a partire dalla storia di donne che hanno vissuto e vivono intensamente. È l’idea che sta alla base di Infinitae, una nuova associazione di volontariato che ha avuto la prima uscita pubblica in una sala conferenze della Croce Verde mai così piena, con il pubblico in sala e per le scale, autorità, amministratori, associazioni di volontariato e tanti fermani. Infinitae sono 25 donne, alcune con un’esperienza di malattia oncologica al seno ma anche donne, professioniste, madri, volti e visi che vogliono trasmettere speranza. Si occuperanno di sostenere altre donne che da qui in poi dovessero trovarsi di fronte alla malattia che non è una battaglia da combattere, ma una esperienza da affrontare, superare, guardando oltre, "oltre la siepe" come hanno ribadito le Infinitae.

È Carla Chiaramoni a introdurre tutte, con Emanuele Del Moro, presidente della Croce Verde, a mettere a disposione la sede e ad aprire a future collaborazioni. La presidente del gruppo è Rachele Zeppilli, fisioterapista di professione, che con emozione parla di una storia che comincia: "Le stelle sono infinite, le onde, i sorrisi, gli abbracci e le mani che vogliamo tendere nei confronti di altre donne che si trovino al momento della diagnosi o si stanno curando o anche stanno ricostruendosi dopo essere guarite. Noi sappiamo bene che dopo niente è più come prima, essere vicine e condividere fa la differenza. Offriremo supporto, sostegno, faremo progetti di informazione e di prevenzione, avremo attività sportive come il dragon boat, l’attività di vogare tutte insieme per andare avanti su una imbarcazione da 10 o 20 posti che somiglia a un drago. Ci alleniamo in mare, tempo permettendo, ogni domenica nello specchio di acqua davanti ai Marinai d’Italia di Porto Sant’Elpidio che gentilmente ci ospitano". Immediata l’adesione degli amministratori locali a partire dal sindaco Paolo Calcinaro che ha sottolineato l’importanza della prevenzione, al consigliere regionale Andrea Putzu che ha ricordato: "La Regione ha stanziato per il 2024 e il 2025 due milioni di euro per coprire le spese di chi affronta cure oncologiche, è un segnale di attenzione per accompagnare le persone in una strada che è fatta di grande coraggio".

E ancora, la presidente della commissione regionale Pari opportunità Maria Lina Vitturini ha ricordato l’importanza di capire che la medicina di genere è qualcosa di importante e che vede la donna protagonista del suo percorso di cura. Il presidente della Provincia Michele Ortenzi ha ricordato che la malattia oncologica ha bisogno di cure, di supporto psicologico, di risorse per cui l’impegno delle istituzioni è fondamentale, sottolineando l’impegno nel settore dell’ex direttore della sanità fermana, Licio Livini, pure presente in sala. C’è stato poi il tempo delle testimonianze, con le parole di Laura Marziali, attivista in ambito oncologia, a dire che è essenziale esserci e ricordare sempre di essere vivi: "Noi non siamo la nostra malattia, per questo è stata fondamentale la nostra lotta per affermare il diritto all’oblio oncologico che oggi è legge e che consente a chi è guarito di vivere in pieno, senza discriminazioni".

L’oncologo fermano Luigi Acito, in pensione dopo 34 anni di ospedale, è oggi testimonial di prevenzione, per una malattia al seno che ha cure e farmaci sempre meno invasivi ma anche possibilità di arrivare ad una diagnosi precoce, curando il proprio stile di vita. Nell’ospedale di Fermo tra l’altro c’è in organico una psico oncologa, Barbara Esperide, una delle prime delle Marche ad essere strutturate: "Quello che si fa, con l’aiuto del volontariato, è creare una cornice di fiducia in uno spazio di ascolto e di contenimento. La paura e l’angoscia non si tolgono ma si condividono e pesano meno".

Un sorriso lo ha donato a tutti il comico Pier Massimo Macchini, a spiegare come ridere aiuti a sentirsi vivi, sempre e nonostante tutto.