ANGELICA MALVATANI
Cronaca

"Questa è la scuola che sognavamo". Ecco la maratona di informatica nel ricordo di Leonardo Belladonna

Al Montani un evento lungo 20 ore e 20 minuti in cui l’isitituto è rimasto aperto e vivo, la borsa di studio è andata a Giovanni Ferracuti. Mamma Milena e papà Gabriele hanno vissuto intensamente ogni attimo.

Al Montani un evento lungo 20 ore e 20 minuti in cui l’isitituto è rimasto aperto e vivo, la borsa di studio è andata a Giovanni Ferracuti. Mamma Milena e papà Gabriele hanno vissuto intensamente ogni attimo.

Al Montani un evento lungo 20 ore e 20 minuti in cui l’isitituto è rimasto aperto e vivo, la borsa di studio è andata a Giovanni Ferracuti. Mamma Milena e papà Gabriele hanno vissuto intensamente ogni attimo.

"Questa è la scuola che sognavamo, la scuola che vorrei sempre". Così la dirigente del Montani Stefania Scatasta ha dato il via all’hackathon di informatica, un evento lungo 20 ore e 20 minuti, nel ricordo di Leonardo Belladonna. Lui che si impegnava a risolvere una sfida al computer in 20 minuti. Si intitola proprio al ‘ragazzo dei 20 minuti’. Lui avrebbe raccolto la sfida con entusiasmo, avrebbe aiutato i suoi compagni, avrebbe portato sorrisi e amicizia. Leonardo purtroppo non c’è più ma i suoi compagni hanno vissuto la manifestazione nel suo nome, pensando a lui che se n’è andato troppo presto la scorsa estate e in fondo tenendolo ancora su quei banchi, dove era tra i migliori studenti. "I ragazzi hanno dimostrato maturità e grande capacità di collaborazione, ha sottolineato ancora la dirigente, sono andati avanti per ore per mettere a punto i loro progetti di informatica, qualcuno ha portato il sacco a pelo. Soprattutto hanno lavorato in tema perché da soli, lo sappiamo, non si va da nessuna parte. Sono state ore emozionanti, bellissime".

Cinque le aziende informatiche del territorio che hanno dato il loro supporto, fino a pagare la cena per tutti i partecipanti al ristorante Emilio, una piccola pausa nel percorso di lavoro dei ragazzi che hanno avuto il supporto anche di alcuni ex allievi oggi universitari. Si doveva costruire e prototipare una progettazione che affronterà il problema della sostenibilità del digitale che oggi contribuisce per il 3 per cento delle emissioni di Co2 nell’atmosfera ma che sta aumentando la sua portata di anno in anno

Cornetti, caffè, crostate e dolci vari sono stati offerti da East side Caffè di Casabianca, il luogo dove Leonardo lavorava quando era libero da impegni estivi, un altro dei luoghi dove forte si sente la sua mancanza. I genitori di Leo hanno offerto una borsa di studio allo studente che più ha saputo collaborare e aiutare gli altri nel percorso di ricerca, il riconoscimento è andato a Giovanni Ferracuti, proprio per "il supporto costante e collaborativo verso i compagni, la dedizione allo studio e i proficui risultati raggiunti nel suo percorso formativo".

Mamma Milena e papà Gabriele Belladonna hanno vissuto intensamente ogni minuto a scuola, negli spazi che Leo sentiva come casa, con i ragazzi che erano il suo mondo: "Peccato sia già finita, ha sottolineato Milena, a Leonardo sarebbe piaciuto tanto partecipare a questa gara. In qualche modo è stato come se fosse qui con noi, ancora". "La scuola aperta e vissuta con entusiasmo, ha concluso la dirigente, è quella che piace a noi e piace ai ragazzi. Nelle stesse ore della finale dell’hackathon iniziava anche una manifestazione di scacchi che ha visto coinvolti ben 160 ragazzi. Il loro entusiasmo è contagioso, il personale della scuola è stato tutto presente e attivo. Sono orgogliosa di ciascuno di loro".

Angelica Malvatani