ANGELICA MALVATANI
Cronaca

Ranucci, Russo e Germanà. Legalità e lotta alla mafia, la carica dei mille a Villa Vitali

C’è stato il pienone per ascoltare la voce libera di Report, il magistrato allievo di Borsellino e il questore che è stato sempre in prima linea nella battaglia.

A Villa Vitali, almeno mille persone sono passate. per ascoltare la giornalista Sandra Amurri, a colloquio con Sigfrido Ranucci, voce libera di Report, il magistrato Massimo Russo,. e il questore Rino Germanà

A Villa Vitali, almeno mille persone sono passate. per ascoltare la giornalista Sandra Amurri, a colloquio con Sigfrido Ranucci, voce libera di Report, il magistrato Massimo Russo,. e il questore Rino Germanà

Un pubblico importante, attento e partecipe, è quello che ha riempito Villa Vitali, almeno mille persone sono passate di qui per ascoltare l’incontro tra la giornalista Sandra Amurri, a colloquio con Sigfrido Ranucci, voce libera di Report, il magistrato Massimo Russo, allievo di Borsellino, e il questore Rino Germanà, per tutta la sua carriera in prima linea contro la mafia. Tanta gente che ha avuto voglia di sapere, di capire, di interrogarsi, in prima fila anche Matteo Ricci e tanti volti noti del territorio, ad aprire l’incontro i giovanissimi Giulia e Tommaso che hanno letto due articoli della Costituzione, a ribadire la necessità assoluta di tutelare la libertà di stampa e la libertà di opinione. Ranucci ha raccontato la sua storia di reporter di inchiesta, con un’infinità di denunce, querele e richieste di risarcimento da parte di politici di ogni schieramento. E poi, le inchiesto storiche, quelle sul crack Parmalat, sui legami tra mafia e appalti, tra mafia e politica: "Faccio fatica a prendere l’aereo a Palermo, all’aeroporto Falcone e Borsellino, per atterrare all’aeroporto Berlusconi. Ci abbiamo lavorato molto su Dell’Utri, su Mangano, lo stalliere di Berlusconi, su affari che hanno legato molti personaggi. Quello che so è che bisogna andare avanti, mio padre era della Guardia di Finanza con uno spiccato senso del dovere, mio nonno aveva bevuto senza battere ciglio l’olio di ricino dei fascisti". Eredità importanti come quella di Massimo Russo, il magistrato che ricorda Borsellino, la sua grande anima, il senso del dovere, il senso dello Stato "Era un grandissimo uomo dello Stato, non voglio parlare di eroi, a me piace la normalità che però cambia le cose, il senso dell’onore e del proprio compito nel mondo". Sandra Amurri ricorda e rende omaggio a Emanuele Loi, unica donna giovanissima e bellissima della scorta di Borsellino, di lei rimase solo un braccio appeso ad una inferriata dopo il terribile schianto di via D’Amelio. "Uno si accorge che la mafia ti vuole uccidere solo quando ti spara addosso, sorride Germanà ma la vita l’ha rischiata davvero e più volte, lui che ha sciolto comuni per mafia, che ha avuto a che fare con uomini di Riina: "Io penso che ognuno debba fare il suo, per il resto c’è bisogno anche di conciliarsi. Mia figlia era amica della figlia di uno dei sicari incaricati di uccidermi. Quando si sono viste l’altra le ha chiesto se ce l’avesse con lei, mi ha figlia ha risposto: e perché dovrei, mica era colpa tua? Ecco, ognuno deve fare la propria parte, nella ricerca della legalità, unendo tutti insieme le forze, magistrati, giornalisti, forze dell’ordine". Ranucci ha concluso ricordando i 270 giornalisti sotto tutela in Italia, 22 sotto scorta, tra cui lui stesso, 516 minacciati.

Angelica Malvatani