Tragica rapina a Sant'Elpidio a Mare, l'identikit dei tre banditi

Il fratello sopravvissuto nel frattempo è stato dimesso dall'ospedale. La casa verrà esaminata col luminol

La casa dove è avvenuta la tragica rapina (foto Zeppilli)

La casa dove è avvenuta la tragica rapina (foto Zeppilli)

Sant'Elpidio a Mare (Fermo), 1 maggio 2018  - C’è un identikit dei tre banditi che sabato pomeriggio hanno assaltato la palazzina di via Adige a Sant’Elpidio a Mare, dove vivevano Sergio e Stefano Marilungo e dove ha sede, al piano terra, la loro impresa di pompe funebri. A fornire tutti i dettagli è stato il 72enne Sergio, il fratello sopravvissuto alla cruenta rapina che ieri pomeriggio dopo le dimissioni dall’ospedale Murri è stato sentito a lungo dai carabinieri. Si tratta di tre uomini alti circa un metro e settantacinque: due con carnagione chiara ed uno con pelle olivastra e barba incolta. La loro età si aggirerebbe intorno ai 35 anni. Erano vestiti normalmente e parlavano in modo a volte incomprensibile, con un presunto accento dell’Est. 

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Secondo gli inquirenti, però, le informazioni fornite da Sergio vanno prese con molta cautela, visto che l’uomo si trovava in forte stato di choc e che è stato dimesso appunto soltanto ieri. Sempre ieri, il sostituto procuratore di Fermo, Francesca Perlini, ha conferito l’incarico al medico legale per svolgere l’autopsia sulla salma di Stefano Marilungo, il 65enne, legato imbavagliato e ucciso durante la rapina

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L’obiettivo è quello di stabilire con certezza le cause del decesso, che, secondo una prima ispezione cadaverica, sarebbe avvenuto per asfissia. L’esame salvo contrordini sarà effettuato domani. I carabinieri dal canto loro stanno continuando ad analizzare i filmati registrati dalle telecamere dei sistemi di videosorveglianza, nel tentativo di isolare qualche immagine in cui compaiano i malviventi o l’auto usata per raggiungere via Adige. Intanto si scava sulla vita privata dei due fratelli, in particolare sulla ex badante romena della madre defunta nel 2012. Secondo indiscrezioni, i Marilungo avrebbero chiuso il rapporto lavorativo con la donna in modo non proprio pacifico. È in corso anche una verifica dei conti bancari e del materiale informatico della ditta. 

Una certezza, invece, è che il magistrato inquirente non ha ancora dissequestrato la scena del crimine, che sarà nuovamente passata al setaccio dagli uomini del reparto scientifico dell’Arma, anche attraverso il luminol, il composto chimico utilizzato per rilevare tracce di sangue. L’idea è che gli investigatori stiano procedendo a ritmi serrati e che stiano attuando un preciso protocollo d’indagine destinato nel giro di qualche settimana a dare i suoi primi frutti.