Rapina in concorso, tre magrebini a processo

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Avevano messo a segno una rapina, avevano anche utilizzato la carta di pagamento sottratta per prelevare denaro contante da un bancomat ed effettuare una transazione prima che la vittima riuscisse a bloccare la carta. I malviventi non erano sfuggiti però ai poliziotti della squadra mobile di Fermo, che avevano identificato e denunciato tre magrebini senza fissa dimora e clandestini sul territorio nazionale. I tre stranieri, al termine delle indagini, sono stati rinviati a giudizio e finiranno alla sbarra per rispondere dei reati di rapina in concorso e indebito utilizzo di carta di credito in concorso. L’episodio si era consumato nei primi giorni del novembre scorso, nei pressi del cimitero di Porto Sant’Elpidio, ai danni di una donna che, dopo essere salita sulla propria auto, era stata raggiunta da un uomo che l’aveva aggredita, afferrandole la borsa, tirandola con violenza e contemporaneamente spingendo la portiera per ridurre la possibilità di reazione della vittima e avere più forza fino al momento in cui la cinghia era stata tagliata dal malvivente. Il ladro si era poi allontanato correndo, era salito su un veicolo parcheggiato nelle vicinanze, guidato da un complice. I due erano stati subito dopo raggiunti dal ’palo’, che a pochi metri di distanza stava fingendo di parlare al cellulare con le cuffiette.

La telefonata di un cittadino alla sala operativa della questura aveva segnalato l’aggressione della donna e la squadra volante era intervenuta in pochi minuti per prestare aiuto alla vittima e per ricostruire ogni particolare degli eventi, degli autori del furto e della loro fuga. A quel punto erano entrati in scena gli investigatori della squadra mobile, che avevano identificato gli autori del colpo, dei prelievi e del pagamento con il bancomat, incastrandoli con prove evidenti alle loro specifiche responsabilità: ladro, autista, palo, autore del primo e del secondo prelievo indebito, pagatore del carburante con la carta sottratta. I tre, già noti ai poliziotti e con un congruo pedigree delinquenziale, erano stati denunciati all’autorità giudiziaria.

Fabio Castori