"Rettore del santuario E la mia vita è cambiata"

Padre Gianfranco Priori festeggia i 42 anni di sacerdozio e ricorda il momento in cui è arrivato nella chiesa dell’Ambro a Montefortino

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Quarantadue anni di sacerdozio e l’impegno di raccontare la spiritualità, regalando un sorriso alla gente che si avvicina alla casa di Dio. E’ questa la storia di padre Gianfranco Priori, rettore del santuario della Madonna dell’Ambro di Montefortino, conosciuto ormai con nomignolo di Frate Mago, che ha festeggiato recentemente i 42 anni di sacerdozio. "Erano le 17 del 16 settembre del 1978 – racconta padre Gianfranco – quando Monsignor Cleto Bellucci, arcivescovo di Fermo a quel tempo, impose le sue mani donandomi il sacerdozio. Il giorno seguente nella chiesa di San Martino al Faggio di Smerillo celebrai la mia prima messa, subito dopo mio padre organizzo un grande pranzo a cui parteciparono circa 500 persone. Ringrazio il Signore di avermi chiamato e concesso questo dono. Da sempre mi sono appassionato ai numeri di prestigio, ho frequentato importanti scuole in Italia, perché trovo bello vedere sul volto dei fedeli stampato un sorriso". Quella di Frate Mago, oltre al simpatico episodio vissuto insieme a Papa Francesco, è la storia di impegno constante per il territorio. "Fra le cose che ricordo con maggiore gioia – continua padre Gianfranco – è quella di essere stato responsabile della Missione estera dei Cappuccini, per 15 anni ho seguito le opere dei nostri fratelli in Etiopia e Benin, costruendo scuole, strappando alla miseria tanti bambini. In quel periodo seguivamo le adozioni a distanza di 7.000 bambini. Il secondo è la nomina a rettore del santuario della Madonna dell’Ambro, mi sono trovato a traghettare il santuario in un momento difficile, prima il terremoto del 2016, ma da quel giorno sono cambiate molte cose. Dopo la ricostruzione avvenuta grazie alla Fondazione Carifermo il santuario ha vissuto una nuova vita, i fedeli sono arrivati più numerosi di prima, un segnale importante di speranza per tutti i Sibillini. Poi il Covid, mai come quest’anno ho visto tante gente visitare il santuario, qui la gente viene a curarsi nel corpo e nell’anima".

Alessio Carassai