L’hanno ricoverata in condizioni disperate e solo una volta giunta all’ospedale "Murri" di Fermo le hanno fatto la giusta diagnosi: pielonefrite con setticemia. In pochi avrebbero scommesso sulla vita di R.A. una 30enne di Petritoli in condizioni critiche, con un rene non funzionante ed un’infezione nel sangue da escherichia coli. Alla fine però ce l’ha fatta e, una volta dimessa, ha voluto ringraziare chi l’ha salvata: lo staff del reparto Medicina Amandola del "Murri", dove è stata ricoverata, e tutto il personale del pronto soccorso che per primo l’ha soccorsa. "Desidero con tutto il cuore – spiega R.A. - esprimere la mia gratitudine e riconoscenza al reparto Medicina di Amandola diretta dal dottor Gualtiero Zega (foto) e la sua equipe composta dai medici: Arma, Garofalo, Moriconi e Napolitano. Il mio ringraziamento va alla loro competenza e grande umanità che hanno messo in campo, dimostrando che spesso la sanità pubblica funziona. La mia degenza è stata confortata dal sorriso e dall’amore che ogni giorno mi hanno donato, sia il personale medico che quello infermieristico. A tutti loro un grazie di cuore, in modo particolare al direttore Zega che con la sua disponibilità e umanità ha reso questo reparto una grande famiglia e una vera eccellenza". Ultimamente sono diverse le persone che si sentono in dovere di ringraziare le eccellenze mediche del "Murri". E’ il segno che l’ospedale di Fermo sta tornando quel polo importante che per anni è stato per tutto il territorio e non solo.
fab. cast.