Coma irreversibile per Emmanuel, picchiato selvaggiamente in strada

Il nigeriano è aggredito insieme alla sua compagna. Don Vinicio: “I respondabili hanno a che fare con le bombe alle chiese”

Don Vinicio in conferenza (Foto Zeppilli)

Don Vinicio in conferenza (Foto Zeppilli)

Fermo, 6 luglio 2016 - È in coma irreversibile Chini Emmanuel, il nigeriano coinvolto martedì in un grave episodio di violenza nel cuore di centro. La sua vita è appesa ad una macchina e si attendono sei ore per staccare le spine. Si ragiona anche sull’espianto di organi. Don Vinicio Albanesi, presidente della fondazione Caritas in veritate a cui Emmanuel e la compagna Chimiary erano affidati, ha intenzione di costituirsi parte civile “perché per difendere uno straniero serve un italiano”.

Ha la voce rotta don Vinicio nel raccontare la versione che la donna ha fornito agli inquirenti: “Stavano camminando verso il centro della città, dovevano vedersi con altri connazionali per avere una crema per la pelle che di questi tempi soffre molto, per loro che sono scuri. All’altezza del tunnel hanno incontrato due persone che hanno cominciato a insultarli pesantemente, si sono avvicinati per chiedere il perché di tanta violenza e sono cominciate anche le aggressioni vere e proprie. Il ragazzo italiano più grande se l’è presa con Chini, il più piccolo con la donna che pure ha avuto cinque giorni di prognosi. La donna ha anche testimoniato che è stato l’italiano a prendere il segnale rimovibile e scagliarlo in testa al suo compagno. Per poi continuare a calciarlo e picchiarlo anche quando era a terra”.

Don Vinicio parla anche di ulteriore elemento: “Secondo me gli autori di questa aggressione hanno qualcosa a che fare con le bombe alle chiese. Gli inquirenti lo sanno e lo conoscono. Noi faremo intanto questa sera una veglia di preghiera per Emmanuel, di fronte al seminario, leggerò un brano della passione dove viene sbeffeggiato e aggredito Gesù e poi farò una preghiera per lui, perché spero che viva almeno fino a stasera”.