Caso Roberto Straccia, la Cassazione annulla l’archiviazione

Il difensore: grande vittoria, ora si indaghi sull’omicidio per errore della ’Ndrangheta

Roberto Straccia è stato ritrovato cadavere il 7 gennaio 2012

Roberto Straccia è stato ritrovato cadavere il 7 gennaio 2012

Fermo, 24 novembre 2018 - Dopo l’ennesima archiviazione come suicidio, la famiglia di Roberto Straccia, lo studente universitario 24enne di Moresco scomparso a Pescara e ritrovato cadavere in una scogliera di Bari, torna a vedere la possibilità che venga finalmente a galla la verità.

La Cassazione ha, infatti, annullato il decreto di archiviazione del gip di Pescara per violazione del contraddittorio. «Il giudice abruzzese – spiega il legale della famiglia Straccia, l’avvocato Marilena Mecchi - aveva fatto tutto in sotterranea, senza dire nulla, negandoci così la possibilità di fare opposizione nei tempi utili, di affrontare quindi un’udienza e violando il nostro diritto ad avere un contradditorio. Era stato un abuso di potere. Ora il decreto è nullo e per noi è una grande vittoria, perché significa tornare di nuovo davanti al giudice e, quindi, avere la possibilità di aprire altre strade».

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Altre strade che significano tornare a battere la pista dell’omicidio per mano della Ndrangheta. Alla base di tutto uno scambio di persona e la terribile somiglianza tra lo studente marchigiano e l’uomo condannato a morte da un clan calabrese.

«Non siamo stati noi a tirare fuori questa storia - puntualizza l’avvocato Mecchi – ma il ministero dell’Interno e, se non si crede alla massima autorità in materia, a chi si deve credere allora? Ci sono tre persone che sostengono la stessa versione e che la Procura di Pescara non ha ancora ascoltato. E’ arrivato il momento che l’indagine, per competenza, passi in mano alla Distrettuale antimafia ed è questo che chiederemo nella prossimo udienza che si terrà nel tribunale di Pescara».

Tutto ruota intorno ad un’intercettazione ambientale. Due persone, un boss di un clan calabrese in carcere a Lanciano, e la moglie. I due parlano durante un colloquio che avviene 13 giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Straccia. Ad un certo punto la moglie del boss inizia a dire una cosa che fa drizzare le antenne a chi sta intercettando quella conversazione.

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Si parla di un giovane calabrese finito nel mirino del clan avversario, che doveva essere ucciso. E si alluderebbe a Straccia, alla sua ultima corsa, sul lungomare di Pescara. «Quel ragazzo ha le stesse sopracciglia, gli stessi occhi, uguali uguali uguali».

Straccia scompare da Pescara, sua città di studi, il 14 dicembre del 2011 e il 7 gennaio 2012 il corpo senza vita dello studente viene trovato sugli scogli di Bari Palese a 300 chilometri di distanza dal luogo di sparizione. Forse non è finito lì per caso e forse è ora che la verità venga finalmente a galla.